Le lavandaie dell’amore

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Spesso mi chiedono cos’è per me l’amore.

Darne una definizione è consolatorio perché ti aiuta a riconoscerlo.

Perché nessuno di noi vuol farselo scappare.

E allora si cerca di capirne le modalità, le manifestazioni, per poter dire… ecco, nella mia vita ho incontrato l’amore.

Ma quante “macchie” tanti si portano addosso se non dentro, tentando di smacchiarle in ogni momento della vita.

Siamo come eterni lavandai che usano sempre la stessa acqua, torbida, per rinfrescare l’abito dell’occasione.

Il vestito buono con cui apparire.

Ecco l’amore è non lavare.

Ma mostrare il vestito cosi com’è.
Senza avere paura.

Amare è accogliere il vestito dell’altro cosi com’è.

Trovandolo bellissimo e perfetto nonostante pieghe e scuciture.
Gli anni per maturarci ci hanno fatto fare sbagli ed errori.
Non ha senso nasconderli.

Nella continua ricerca di apparire, siamo finiti a cercare anche un rapporto che appaia il più possibile bello, perfetto.

Tenetevi le macchie, senza paura.

Dite, eccomi sono cosi.

Non ho paura di farti vedere chi sono.

Solo cosi non si avrà paura di amare.

Perché l’inghippo alla fine è tutto li.

Chi nasconde le proprie macchie si convince che tutti facciano la stessa cosa.

Con questo presupposto nessuna storia è destinata al lieto fine, nel tempo.

Mostrate le vostre macchie e fate un passo indietro per guardare meglio. Solo cosi scorgerete il particolare che vi sfugge.

E sarà quel particolare che vi salverà, oppure vi affosserà.
Io le tue macchie non le vedo.

Ma tu sei sicuro di sapere cos’è l’amore?

Angela Amendola

In copertina murales su un muro di Cariati. 

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