La mia casa è piena di specchi, di Maria Scicolone.
“L’inglese no sappim ma c’murimm e famm” è questa la frase clou di “La mia casa è piena di specchi“, film dedicato a Romilda Villani, madre di Sofia Loren.
Poche parole ma emblematiche perchè sono quelle che aprono a Sofia i cancelli di Cinecittà e che rivelano il temperamento della mamma Donna Romilda.
Non capisco come mi sia sfuggita la serie TV che ha portato sul piccolo schermo il racconto di un grande sogno divenuto realtà, quello di Romilda Villani, madre di Sofia e Maria Scicolone, figlie di stessi genitori ma con due destini diversi.
Molto diversi sono stati i rapporti di Sofia con la madre e con un padre assente e avaro sia di denari che di sentimenti.
Romilda Villani ha lottato contro tutto e tutti per portare a termine un riscatto economico e sociale per sé e le figlie.
Era madre affettuosa e premurosa con Sofia la figlia più grande, bella e ambiziosa come lei, madre oppressiva e iperprotettiva con Maria, figlia illegittima, che viene poi riconosciuta in cambio di una grossa somma di denaro.
La mia casa è piena di specchi è la storia di tre donne, madre e due figlie, che sono state capaci con la sola forza della determinazione di superare le fatiche della guerra e di conquistarsi senza l’aiuto di uomini, capi famiglia, un futuro rispettabile nel mondo.
La fiction è liberamente ispirata al romanzo di Maria Scicolone.
In equilibrio tra una favola e il dramma di una storia difficile, di donne divenute celebri che hanno accettato di mettere in piazza i loro ricordi per omaggiare la loro madre, faro e punto di riferimento nella loro esistenza.
Vincitrice nel 1932 di un concorso per diventare sosia di Greta Garbo, a Romilda fu impedito dal padre di partire per gli Usa e lì finirono tutti i suoi sogni di gloria, sogni che la donna riversò negli anni sulla bellissima figlia maggiore Sofia, avuta come Maria dall’unione burrascosa e passionale con Riccardo Scicolone.
La prima puntata incentrata sugli inizi di carriera di Sophia fino alla sua consacrazione di attrice mentre nella seconda parte, viene maggiormente fuori il personaggio di Maria, che vive un rapporto difficile con la madre.
Brava cantante jazz, la donna viene in qualche modo spinta dagli eventi a rinunciare alla carriera musicale a causa di sua madre, decisa a non rinunciare a lei e ad averla vicina fino alla morte.
Per salvarsi da ciò, Maria sposa l’uomo sbagliato, Romano Mussolini, che la renderà infelice e insoddisfatta per tantissimi anni, sarà vittima di diversi tradimenti.
Nel libro si racconta anche l’incontro tra Sofia Loren e Carlo Ponti, unico suo grande amore. Conosciuti sul set di un film a Cinecittà il loro amore fece scandalo in quegli anni. Parliamo di una delle prime pagine di gossip, uno dei primi matrimoni-scandalo, avvenuto ufficialmente nel 1966.
Sì, la Loren si sposò con un uomo che aveva già una famiglia, e questo era bigamia.
La Loren e Ponti ne furono accusati, visto che lui aveva già una moglie e due figli. Innanzitutto, quando Sophia Loren conobbe l’uomo che sarebbe poi stato suo marito, aveva solo 17 anni, mentre Ponti ne aveva 37.
E quando i due si conobbero lui era sposato con Giuliana Filastri, figlia di un generale, che a sua volta lo aveva fatto diventare padre.
Nel 1956, Ponti fece un viaggio in Messico, dove chiese e ottenne il divorzio da Giuliana, per poi sposare nel 1957 Sophia per procura.
Ciò condannò il produttore a non lavorare mai più in Italia, dove il divorzio non era consentito e lui era anche accusato di bigamia. Nel 1960, quando i due tornarono in Italia, dovettero dichiarare di non essersi mai sposati.
Nel 1962, il primo matrimonio di Carlo Ponti fu ufficialmente annullato, mentre nel 1965 avvenne anche il divorzio, che consentì a Ponti di avere un nuovo matrimonio.
Nel 1966 a Sèvres, nel Nord della Francia, Carlo potè sposare Sophia.
I due, ebbero due figli, Carlo Jr. ed Edoardo.
Unico rammarico di Sofia non aver potuto indossare l’abito da sposa.
Angela Amendola
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