Il mio arcobaleno
Ero a piedi,
lungo il viottolo di campagna,
la mia campagna.
Non a caso.
Gli uccelli cantavano,
le cicale frinivano,
le foglie nervose.
Pioveva.
Un temporale mi investì.
Ero fradicio,
la maglietta,
il pantaloncino
baciavano la mia pelle,
le scarpe affondavano nel terreno.
Cercavo un rifugio,
un riparo.
Stanco, triste.
Sarò caduto, svenuto.
Forse, non so.
Mi ritrovai disteso,
con la testa sulle sue gambe,
il mio arcobaleno.
Non pioveva più.
La guardai, la fissai,
mi rispose.
E ripresi a raccontarmi, si raccontò.
Era felice.
Sì, era il mio oltre.
E la sua mano scivolò sul mio viso.
Vincenzo Fiore
da “inchiostro d’anima”