Ridiamo, scherziamo…
Ti vibra il telefono, ridendo visualizzi un messaggio.
I tuoi occhi si velano di lacrime là dove prima regnava gioia.
“Che c’è?”…
Accenni un sorriso e mi passi il cellulare, mentre i tuoi occhi si posano sui tuoi figli, sull’uomo che hai amato…
Leggo.
“Perché lo fai?”…
“Perché ho giurato che la mia vita viene dopo quella degli altri. Perchè ho una responsabilità umana e morale. Perchè quel giorno che scelsi di fare questa professione, ero consapevole a cosa andavo incontro e lo accettai. Perché se noi non ci sobbarchiamo questa responsabilità la gente muore. La mia vita vale meno di quelle che posso salvare. E questo l’ho sempre messo in conto… Non mi aspetto che capiate, ma mi aspetto e vi chiedo, se accade l’irreparabile di prendervi cura dei miei figli come fossero vostri… “.
Adesso siamo noi ad aver le lacrime agli occhi, mentre tu ti alzi e tiri fuori la borsa da lavoro.
Butti dentro qualche cambio, le divise ospedaliere appena stirate e qualche foto…
Ridi dicendo:
“Eh su, che facce! Non sto andando in guerra! Ci vediamo presto ma non in reparto. Qui…”
Rileggo quel messaggio…
Ammiro la tua forza, avverto i tuoi timori…
Eppure ligia al tuo lavoro, fai ciò che devi fare, mentre i tuoi figli ti si avvicinano e ti dicono:
“Mamma… Non andare!“.
Ti fermi e li abbracci. Li guardi…
“Devo e voglio. Da madre, da figlia, da moglie, da infermiera… Se tutti rifiutassimo? Vi amo più della vita mia, col mio lavoro vi proteggo… Torno, tranquilli“.
Mi rigiro il tuo telefono fra le mani…
Rileggo quel messaggio…
“Emergenza! A tutto il personale del reparto non in servizio: siete tutti reperibili. Attrezzatevi per una lunga permanenza in struttura se necessario. La chiamata può arrivare in qualsiasi momento e non possiamo prevederne la portata. E che il Signore ce la mandi buona!“.
A TUTTO IL PERSONALE MEDICO CHE HA RICEVUTO TALI DISPOSIZIONI: GRAZIE!!