Il falso mito dei concorsi

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!uguale +;/uguale x;”uguale – e ? uguale : Svolgere la seguente espressione: (7/4)! (4/6) ” (4/7)! (4/4)” (2/2)=
a.36
b. 23
c. 32

 

La formula sopra descritta è un prototipo di domanda, estrapolata dalla banca dati “Concorsando.it”, simulatore di quiz di preparazione per concorsi pubblici italiani.

Domanda dal taglio delirante, che riflette la tendenza inaugurata nel post pandemia, tradotta nella formula “Concorsi fast track”, alias concorsi smart (digitali, veloci e semplificati) che hanno come scopo da un lato rimpinguare la pubblica amministrazione, carente di giovani, e dall’altro mettere da parte i famosi “fannulloni o anzianotti”, che anelano alla pensione passeggiando allegramente per i corridoi ministeriali. Per inciso nella pubblica amministrazione si viene considerati “anzianotti” allo scoccare dei 40!

Tornando al discorso “quiz” rimane da capire chi redige le domande, quale ragionamento (ammesso che ci sia) si cela dietro le stesse e quale figura si pensa di reclutare! Sulle prime due questioni difficile avere una risposta: è probabile che l’incarico venga assegnato a società esterne che ignorano cosa si faccia all’interno di un ministero, di un tribunale o di un ente locale. Sulla figura che si ipotizza di assumere il pensiero corre inevitabilmente al piccolo “nerd”, comunemente definito secchione, il quale puntualmente durante ogni compito in classe veniva costretto a passare il compito a tutti i compagni (dietro la classica minaccia”Altrimenti ti aspettiamo fuori!”).

E allora che senso ha privilegiare, attraverso queste domande, il nozionista di mestiere, chi impara a memoria la banca dati Concorsando e similari, se poi non ha quella sensibilità o capacità di andare oltre le nozioni manualistiche che gli impediscono di risolvere un problema?

Perchè lavorare nella pubblica amministrazione comporta anche trovarsi di fronte a situazioni in cui è assente qualsiasi tipo di procedura che indica “come fare bene le cose”, così come capita di trovarsi in situazioni che, per la natura del procedimento, richiedono valutazioni fisiologicamente discrezionali (ergo non esiste nessun manuale di istruzioni).

E se, purtroppo, il livello medio dei risultati delle attività e dei lavori che escono dalla pubblica amministrazione è tendenzialmente basico (si esegue il compitino in modo astratto senza dare un supporto concreto al cittadino), una parte di responsabilità è da individuare nel metodo di selezione, reo di non riuscire ad individuare quel personale versatile in grado di dare un valore aggiunto al settore pubblico.

E perchè non provare a ribaltare le cose?

Mettendo per un attimo da parte quiz o prove scritte, e partire da un colloquio verbale, basato su una selezione per titoli e competenze, che richiederebbe un investimento maggiore in termini di tempo, ma che potrebbe portare a risultati diversi.

Il supporto dell’intelligenza artificiale nella fase di selezione delle domande servirebbe a ridurre costi e tempi di valutazione delle stesse.

Dare maggiore rilevanza alla fase del colloquio con la scelta di una commissione competente che preveda anche la presenza di un esperto in materia di psicologia del lavoro, in grado di valutare, al di là della verifica delle competenze tecniche o giuridiche, quel capitale umano di cui si parla sempre tanto, ma che di umano (vista l’asetticità dei quiz presenti nelle banche dati disponibili) ha ben poco.

Con buona pace dell’ex ministro Brunetta, fautore dei concorsi “fuffa-track”!

“Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti” (Umberto Eco)

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