Ormai assistiamo alla pura vessazione degli insegnanti di ogni ordine e grado, vessazioni governative, alte scuole di formazione che nascondono (ma mica tanto) punizioni e coercizioni, da gente che non immagina neanche lontanamente cosa sia il lavoro di un docente in classe.
La formazione la facciamo ogni giorno, sperimentiamo, stabiliamo rapporti, creiamo empatie, diamo metodologie, ci rimbocchiamo le maniche in situazioni storiche altamente critiche, vedi il Covid e la didattica a distanza.
Ministro e Governo si costruiscono delle idee attraverso quella – a mio avviso – “vera e propria pagliacciata” rappresentata dalla prova Invalsi, e tutti abbiamo compreso gli interessi che ci sono dietro: noi insegnanti siamo laureati, abilitati, informati.
Siamo pedagogisti e ci troviamo ad affrontare, molto spesso, situazioni difficili e delicate.
Le alte scuole di formazione se le faccia il governo, visti i risultati molto modesti del loro operato, le facciano fare a ministri degli esteri senza alcun titolo di studio, obiettivamente imbarazzanti agli occhi del mondo, gli facciano fare anche le prove Invalsi e perdite di tempo similari.
Invece di parlare di gratificazioni economiche serie, come si fa con i professionisti, continuano a partorire stupidaggini su stupidaggini.
Se non sanno fare altro, almeno ci lasciassero lavorare in pace.
Tommaso Cozzitorto
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