Diego Velazquez (parte sesta)

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Diego Velázquez (parte sesta)

“Venere allo specchio”

Olio su tela 122 x 177 cm

National Gallery, Londra.

Unitamente al dipinto la “Maja desnuda” di Francisco Goya, si tratta dell’unico ritratto di donna nuda di quel periodo giunto sino a noi.

Questo è spiegabile perché i soggetti di nudo femminile, anche se ispirati alla mitologia, nella Spagna puritana del XVII secolo erano accolte con disapprovazione dalla Chiesa cattolica.

La modella del dipinto è la bellissima Flaminia Triunfi, giovane pittrice di origini romane e amante di Velázquez.

Dalla loro relazione nacque un figlio, Antonio De Silva.

Con ogni probabilità il dipinto fu realizzato in Italia, durante un soggiorno dell’artista spagnolo.

Il modello che influenzò Velazquez è sicuramente quello di Tiziano che dipinse diverse opere raffiguranti questa dea.

Come certamente saprete la più famosa fra queste è la notissima “Venere di Urbino”

“VENERE ALLO SPECCHIO”

Venere viene rappresentata adagiata delicatamente su un letto dalle lenzuola di raso e intenta ad ammirare la sua immagine riflessa in uno specchio.

La dea dell’amore è completamente nuda, ripresa però di spalle per il rigore, come dicevo prima, delle inquisizioni spagnole.

La curva del suo corpo si allunga sul sfarzoso tessuto di raso posato sotto di lei.

La dea ha poi le ginocchia piegate in avanti e il busto è sollevato e girato verso la sinistra dell’opera.

Cupido, suo figlio, tiene uno specchio adornato con nastri rosa intrecciati e annodati in alto.

Il modo in cui questi nastri attraversano il polso di Cupido può alludere alle catene che usava per legare il cuore degli innamorati.

Lo sfondo esalta le tonalità chiare dell’incarnato della dea, mettendo in evidenze le forme morbide e e sinuose del corpo, contrapponendosi alle tonalità più fredde del grigio e dell’azzurro delle lenzuola del letto.

Infine la parete di fondo è coperta a sinistra da un ampio tendone rosso-violaceo.

Il volto della Venere che si riflette non è solo la rappresentazione della figura mitologica, ma il tema della vanità e della bellezza.

CONCLUDENDO:

Committente del dipinto “Venere allo specchio” sembra sia stato Gaspar Méndez de Guzmán, potente politico e collezionista d’arte.

Successivamente il dipinto entrò a far parte della collezione d’arte di Manuel Godoy, primo ministro del regno di Spagna.

Certamente è grazie al potere dei due politici spagnoli che il dipinto venne sottratto alla distruzione da parte della Chiesa.

Una curiosità:

Il dipinto “Venere allo specchio” venne danneggiato il 10 marzo 1914 da Mary Richardson, una giovane militante dell’emancipazione femminile di allora.

Armata di un coltello, la contestatrice, provocò numerosi squarci alla tela, successivamente sistemati a seguito di un lungo e meticoloso restauro.

Bruno Vergani

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