Molti hanno conosciuto Bianca Provenzano, giovane cantante calabrese, ad All Togheter Now che è stata per lei una bella vetrina televisiva.
Il talent permette a chi ha buone doti canore di esibirsi di fronte ad un “muro” di 100 giudici e al pubblico presente negli studi a Roma di Mediaset.
Lei, si è esibita con due brani, con “Human” e nella seconda parte della serata ha cantato un suo testo inedito inserito nel brano “Il cielo nella stanza” di Salmo.
Bianca ha sostenuto i suoi studi al Conservatorio di Vibo Valentia e il sassofono e la sua voce, le stanno aprendo le porte di quel mondo musicale che sognava già da piccolina.
Ci incontriamo in un freddo pomeriggio di febbraio davanti ad una cioccolata calda al peperoncino, tanto per restare in tema di “calabresità“.
E’ giovanissima ed ha la bellezza delle ragazze mediterranee.
Quando inizia a parlare dimostra una sicurezza e una grinta non comuni.
Inizio a porle delle domande per una breve intervista.
A-A Bianca visto che ti stai accostando al mondo della musica, e che tu sei provvista di qualità vocali indiscutibili, pensi che le giurie dei vari talent a cui hai partecipato siano state con te imparziali?
B-P Buon pomeriggio Angela, la ringrazio per la domanda e per le belle parole spese nei miei confronti. Inizio col dire che solitamente sono una persona molto obbiettiva e molto autocritica in tutto ciò che faccio, ma questa volta, nello specifico al talent a cui ho appena partecipato, credo che le critiche non siano state del tutto veritiere, oserei dire quasi ingiuste. Ad ogni modo tutto fa brodo, quindi credo anche che bisogni estrapolare la percentuale buona da ciò che sembra malvagio, come ad esempio il complimento fattomi da J-Ax.
A- A Il rap puro è basato su temi ritmici e su testi scanditi in maniera quasi meccanica,non credi che sia importante arricchire il rap con il cantare melodico tipicamente italiano?
B-P Premettendo che il rap puro ha già avuto evoluzioni più “melodiche” con altre ramificazioni del genere stesso, penso che questo abbia bisogno di una natura più melodica (non in tutti i casi), ma comunque debba dare modo all’ascoltatore di facilitare la memorizzazione della canzone. L’esempio lampante lo si ha con il rap italiano stesso che si sta pian piano evolvendo, avvicinandosi molto allo stile americano; personalmente spero che questa pratica prenda sempre più piede in Italia.
A-A A quali mostri sacri della canzone ti ispiri?
B-P Diciamo che il mio “credo” è in particolar modo Michael Jackson, credo che sia l’artista più eclettico della musica pop contemporanea, oltre al genio che lo caratterizza, tanto grande da rendere tutt’oggi attuale ciò che è stato prodotto 20/30 anni fa.
A-A La tua voce ha tinte vellutate e un’eccezionale duttilità, personalmente ti paragono a Giorgia e credo che potresti essere la sua erede, hai pensato di crearti un repertorio che preveda brani di questa star?
B-P Penso che questo sia il complimento più bello che mi sia stato fatto finora. Penso inoltre che Giorgia sia una delle artiste italiane più complete del panorama musicale, ma non ho mai pensato di inserire i suoi brani all’interno del mio repertorio per il semplice fatto che a parer mio per reinterpretare una canzone bisogna rivedersi nella canzone stessa; io purtroppo o per fortuna non mi ci rivedo molto nei suoi testi, considerando anche che, essendo io stessa cantautrice, capisco a maggior ragione cosa significhi captare ciò che una canzone vuole comunicare e poi trasmetterlo a chi ascolta.
A-A Perchè non hai partecipato a Sanremo giovani?
B-P Il Festival di Sanremo è indubbiamente la vetrina più gettonata della musica italiana, ma ho ancora un po’ di strada da fare per raggiungere questa tappa e approdare su quel palco. Indubbiamente fa parte dei miei progetti futuri, spero che la fortuna sia con me e spero soprattutto di crescere sempre più artisticamente per essere l’artista che voglio essere una volta calcato quel palco.
A-A Come conterranea svelami il segreto della tua dizione perfetta e chi ti ha curato negli studi musicali per raggiungere standard così elevati?
B-P Diciamo che per quanto riguarda la mia dizione non ci ho lavorato molto, fa tutto l’emozione alle volte. In alcune cose l’emozione è in grado di farti contenere molto, come appunto la dizione, non dico che sia stato facile in quanto calabrese DOC, infatti qualche consonante di troppo penso sia scappata, ma è anche giusto così. Credo sia anche motivo di orgoglio alle volte marcare il proprio accento, d’altronde è la mia terra, come potrei reprimere la mia natura?
Il merito della mia “bravura” va attribuito tutto alla mia coach Cecilia Cesario (direttrice de La Voce Produzione), persona di grande empatia e umanità, oltre alla grande passione che mette nel suo lavoro.
A-A Cosa pensi delle polemiche che hanno preceduto il Festival di Sanremo?
B-P Il discorso Sanremo è sempre molto controverso. Penso che le critiche siano soggettive, appunto per questo mi trovo in disaccordo con il conduttore riguardo quanto affermato in conferenza stampa. L’ho trovata una cosa piuttosto sessista e misogina.
A-A Secondo te la musica può essere utile nella lotta contro le violenze di ogni genere?
B-P ? Assolutamente si, la musica ai giorni nostri è il mezzo di divulgazione più rapido dopo i social. È il nostro linguaggio alternativo, quindi, considerando il gran potere di questo, credo sia nostro diritto e dovere (nel caso sia di donne che di uomini) usare questo mezzo così potente per mandare a chi ascolta i messaggi giusti riguardo questa tematica così delicata, così come altre tematiche sociali che mi stanno molto a cuore.
A-A Per finire Bianca sei giovanissima quali sono i sogni che hai nel cassetto oltre naturalmente ad avere un posto nell’Olimpo musicale?
L’obbiettivo ultimo è quello di raggiungere proprio step by step tutti i traguardi che mi sono prefissata.
A-A Il 14 febbraio è la festa dell’amore, festeggerai in coppia? Cos’è per te l’amore?
B-P Si, passerò il 14 febbraio insieme al mio ragazzo, ma così come qualsiasi altro giorno dell’anno che passo insieme alla persona che amo. Credo non servano date o convenzioni di questo tipo per sancire un legame.
Non faccio parte della categoria “inguaribili romantici”, in primis perché non sono brava a parole, soprattutto in questi casi, e poi perché penso che l’amore si dimostri e non abbia bisogno di una metafora o di una definizione.
Tra un selfie con chi la riconosceva e le mie domande, il tempo è volato. Lei mi saluta e va via con la bellezza dei suoi 20 anni e un’innata passione per la musica, ma, non prima di averle augurato di realizzare il suo sogno e la promessa di ritrovarci presto.
Angela Amendola
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