Ho sempre creduto, e ci credo ancora, che la gentilezza sia uno dei pilastri su cui si fonda una società civile, ma, ahimè, noto come ai nostri giorni, questa sia diventata un optional: gentilezza in disuso, tutto è dovuto, di dire un “grazie” nemmeno a parlarne.
Assistere all’espandersi di una società logorata dalla superficialità, dall’invidia, dal livore, dagli egoismi che bloccano la riflessione, fa sì che lo squallore trionfi e il “brutto” predomini sul “bello”.
Purtroppo, gli adulti, in questo modo, diventano strumenti di diseducazione sui giovani, i quali verranno influenzati, in tanti casi, per esempio, da genitori che utilizzano il metro del giudizio arbitrario, piuttosto che quello della valutazione attenta e corretta.
Una presa di posizione esclusivamente soggettiva rende miopi e parziali, non tiene conto della parte buona che ogni situazione porta in sé, annebbia il ragionamento, fa prendere decisioni che alla fine risulteranno quantomeno discutibili o del tutto errate.
Se in un mese in cui il sole risplende tutti i giorni, ci sarà una giornata di poggia, non per questo tutto il mese è da buttare via, allo stesso modo si dovrebbe ragionare nei riguardi degli esseri umani.
La gentilezza arricchisce la parte migliore dell’umanità, armonizza, include, crea dialogo costruttivo invece che scontro, allontana quella passionalità malsana che depone le idee in stanze asfissianti, senza ossigeno.
La gentilezza è amica della benevolenza, affinché non ci si guardi negli occhi con l’approccio del nemico, ma, piuttosto, un incontro di sguardi possa essere il preludio di un grande abbraccio.
“Voglio svelarti un segreto, un grande segreto che ti aiuterà ad affrontare le prove quando la vita vorrà sottoporti: devi essere gentile e avere coraggio!”
HAYLEY ATWELL
“Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile.”
MILLIE DAVIS
Tommaso Cozzitorto
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