Anime allo sbando

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Un pescatore rinviene sugli scogli di Villa S. Giovanni (RC) nella zona tra gli imbarcaderi per la Sicilia e la darsena di Pezzo, uno zaino, che all’interno, avvolto in un velo, contiene un corpicino, ormai esanime.

Ancora? Sì, ancora!

Com’è giusto in questi casi, l’uomo chiama le forze dell’ordine le quali, avviano le indagini. Pare che si tratti di una bambina, alcune testate dicono sia un maschietto ma questo poco importa.

Importa il fatto che nonostante ci siano tutti gli strumenti a protezione di mamma e bambino, ancora si buttano via come spazzatura. C’è la possibilità di partorire in ospedale, in sicurezza e lasciare il piccolo indesiderato in mani agli assistenti sociali che se prenderanno cura. Qualcuno disposto ad amare si trova sempre.

Si può partorire in casa, a volte i bimbi hanno davvero tanta fretta di nascere e poi affidare il piccolo alla vecchia ruota, metterlo nella culla termica, in totale anonimato.

Alla peggio, lasciarlo in un bar, davanti ad una chiesa, nell’androne di un palazzo, dove qualcuno lo troverà di certo e personale qualificato se ne prenderà cura. In questi casi posso comprendere le difficoltà di una madre che possono essere economiche e sociali, anche se il medioevo è passato da un pezzo.

Essere una ragazza madre non è più scandaloso, non chiude le porte al matrimonio tanto agognato per le figlie. Credetemi, divento rabbiosa quando arrivano queste notizie, sono una vangata in pieno viso, perché, come in questo caso, c’era la chiara volontà di uccidere, di annientare il frutto della colpa!

Poco importa se la creatura in questione fosse di colore, cosa cambia? Le donne bianche non lo hanno mai fatto? Il rifiuto non ha colore, l’assassinio non ha colore!

In realtà, io sono contraria anche all’aborto ma rispetto chi decide per questa pratica, chi sono io per entrare in certi dettagli?

E in questo caso, piuttosto che uccidere, non era meglio abortire?

Perché far morire di stenti, di freddo un’anima nata dal tuo ventre?

Cosa ha fatto di male per meritare questo?

Le gravidanze indesiderate, purtroppo sono sempre esistite. Parliamo di bimbi nati dopo una violenza sessuale, dopo un rapporto promiscuo, o ancora, dopo essere rimasta incinta la donna viene abbandonata dal padre del bambino.

Non sono scuse per uccidere! I bambini nati, qualunque sia il motivo della loro venuta al mondo, hanno tutti lo stesso diritto di vivere ed essere amati. È chiaro che ancora gli investigatori non sanno se la piccola è stata portata in quel luogo, già deceduta per problemi durante il parto o ha perso la vita per soffocamento.

Devono capire se indagare per occultamento di cadavere o per omicidio volontario.

Quello che è certo, è che si trattava di una gravidanza indesiderata e quindi, tenuta nascosta. Non tutte le donne nascono con l’istinto materno, e anche questo è da rispettare ma, non tutte decidono di uccidere!

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