Andavo all’asilo dalle suore

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Negli anni Sessanta, in molti paesi del Sud Italia, l’asilo gestito dalle suore era una realtà comune. Per le famiglie, affidare i propri figli a un’istituzione religiosa rappresentava una scelta dettata dalla fiducia. Le suore, con la loro dedizione e disciplina, offrivano un’educazione improntata ai valori cristiani e a un rigido senso del dovere.

L’ambiente era caratterizzato da una rigorosa osservanza delle regole. Le suore non solo insegnavano le prime nozioni di lettura e scrittura, ma inculcavano anche valori come il rispetto, l’obbedienza e l’operosità.

Per molti bambini, l’asilo rappresentava il primo contatto con un’educazione formale e con una figura autoritaria al di fuori del contesto familiare. Le suore, con il loro abito nero e il velo, incarnavano un’immagine di severità ma anche di protezione e guida.

Nonostante l’aspetto austero, l’educazione ricevuta in questi asili era spesso ricordata con affetto da chi l’ha vissuta. Le lezioni di vita, l’affetto disciplinato delle suore hanno lasciato un segno indelebile nei cuori di molti, formando le generazioni future con valori duraturi e un forte senso di comunità che è quello che oggi manca.

Il ricordo dell’asilo negli anni sessanta è una finestra su un’epoca in cui la fede, l’educazione e la comunità si intrecciavano.

Quando penso ai miei anni trascorsi all’asilo dalle suore, mi invade un’ondata di nostalgia e affetto. Sono ricordi che portano con sé un mix di sentimenti semplici ma profondi, fatti di piccoli gesti e grandi lezioni di vita.

Ogni mattina, il suono delle campane segnava l’inizio della giornata. C’era una dolce tranquillità in quella routine. Le suore, con i loro abiti strani per noi bambini,ci accoglievano con sorrisi sereni. La loro presenza emanava un senso di sicurezza e stabilità, una costanza che, da bambini, avevamo imparato ad apprezzare.

Le suore non ci insegnavano solo l’alfabeto e i numeri ma ci insegnavano valori come la gentilezza e il rispetto.

I giochi nel cortile erano momenti di pura gioia. Il girotondo, la giostrina da dove spesso cadevo, il nascondino, le corse sfrenate che sembravano non finire mai. Ogni risata, ogni caduta seguita da una mano tesa per rialzarsi, sono frammenti di un’infanzia vissuta pienamente. La semplicità di quei giochi ci insegnava a trovare felicità nelle piccole cose, una lezione che ancora oggi porto con me.

All’asilo delle suore, ho stretto le mie prime vere amicizie. Quei legami, fatti di complicità e scoperte condivise, erano puri e sinceri. Ricordo ancora i volti di quelle compagne di gioco, le risate e le confidenze scambiate. Queste amicizie ci hanno insegnato cosa significa la vera connessione umana, priva di pregiudizi. Io stavo con le mie cugine a cui ero legatissima.

Riflettendo su quei giorni, mi rendo conto di quanto profondamente abbiano influenzato la persona che sono oggi. Le lezioni di gentilezza, le preghiere che ci insegnavano la gratitudine, e i giochi che ci regalavano pura felicità, sono tutti tasselli che hanno costruito la mia identità. Quegli anni all’asilo dalle suore non erano solo il preludio alla mia istruzione, ma una scuola di vita che ha lasciato un’impronta indelebile nel mio cuore.

Ricordo ancora Suor Rosa, la dolce e sorridente suora che sembrava avere sempre una parola gentile per tutti. Aveva un’aura di calma e serenità che sapeva trasmettere a chiunque le stesse intorno, rendendo l’ambiente un luogo davvero speciale.

Suor Rosa ogni mattina, ci accoglieva con un sorriso, era piccolina e tonda.
Partecipava anche ai nostri momenti di gioco. La sua presenza rendeva ogni gioco più divertente e ogni caduta che facevamo meno dolorosa.

Ricordo ancora i profumi dei pasti all’asilo dalle suore. Erano fragranze che si diffondevano nell’aria, riempiendo la sala mensa e accogliendoci con un senso di calore e conforto.

Le suore ci servivano piatti semplici ma cucinati con cura, come il minestrone di verdure, che aveva un aroma fresco e confortante.

Quei profumi sono rimasti impressi nella mia memoria, legati a momenti di spensieratezza e felicità. L’ odore di alcuni cibi,ha il potere di riportarmi indietro nel tempo, facendomi rivivere quelle giornate semplici ma speciali. È incredibile come il profumo di un pasto possa evocare ricordi così vividi, legati a un periodo della vita in cui tutto sembrava più magico e sereno.

Angela Amendola

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