Il Reddito di Libertà è un contributo economico pensato per supportare le donne vittime di violenza, con o senza figli, nel percorso di fuoriuscita da situazioni di abuso. L’obiettivo è favorire l’autonomia personale, abitativa e lavorativa delle beneficiarie, attraverso un sostegno concreto erogato dall’INPS su richiesta dei Comuni, in collaborazione con i Centri Antiviolenza e i Servizi Sociali territoriali.
Importo e durata
Il contributo ammonta a 500 euro al mese per un massimo di 12 mesi, quindi fino a 6.000 euro complessivi, erogabili in un’unica soluzione o in rate mensili, a seconda delle disponibilità regionali.
Destinatarie
Possono accedere al beneficio:
- Le donne seguite da Centri Antiviolenza riconosciuti e dai Servizi Sociali;
- Le donne in situazioni di particolare fragilità economica e sociale;
- Le residenti in Italia, comprese le cittadine straniere con regolare permesso di soggiorno.
Finalità del contributo
Il Reddito di Libertà è destinato a coprire:
- Spese per autonomia abitativa;
- Formazione e inserimento lavorativo;
- Cura dei figli;
- Altri bisogni essenziali legati all’indipendenza economica.
Modalità di presentazione
- Compilare il modulo INPS SR208 (presente sul sito istituzionale).
- Presentare la domanda al Comune di residenza, allegando:
- Certificazione del Centro Antiviolenza;
- Relazione del Servizio Sociale competente.
- Il Comune trasmette la richiesta all’INPS per l’erogazione del contributo.
Compatibilità con altri sostegni
Il Reddito di Libertà è cumulabile con diverse misure di sostegno:
- Assegno di Inclusione (ADI);
- NASpI (indennità di disoccupazione);
- Reddito di Cittadinanza (RdC);
- Misure regionali o comunali integrative;
- Bonus affitto, se compatibile con i requisiti economici.
L’unica eccezione riguarda altri contributi con la stessa finalità, che non possono essere fruiti contemporaneamente.
Aggiornamenti 2025: nuove disposizioni operative
Con la circolare INPS n. 54 del 5 marzo 2025, sono state definite le nuove regole di gestione del Reddito di Libertà, a seguito del decreto del 2 dicembre 2024. È prevista una fase transitoria per permettere la ripresentazione delle domande respinte per carenza di fondi.
Dal 5 marzo al 18 aprile 2025, è possibile riattivare queste istanze tramite i Comuni, che devono accedere al portale INPS “Prestazioni sociali dei comuni” e selezionare la sezione dedicata al Reddito di Libertà. Le domande già inoltrate ma non accolte per esaurimento del budget possono essere aggiornate e ritrasmesse, previa verifica della permanenza dei requisiti. Queste avranno priorità rispetto alle nuove domande.
Alla persona interessata viene rilasciata copia della domanda ritrasmessa, con numero identificativo, data e ora di invio.
Terminata la fase transitoria, le domande ordinarie per l’anno in corso potranno essere presentate, sempre tramite i Comuni, utilizzando il modulo SR208, non appena l’INPS ne comunicherà la disponibilità.
Considerazioni finali
Il Reddito di Libertà rappresenta un passo importante per sostenere le donne nel percorso verso l’autonomia. Tuttavia, per renderlo realmente efficace, sarebbe opportuno potenziarlo ulteriormente: aumentare l’importo, semplificare le procedure e affiancarlo a strumenti strutturati per il reinserimento lavorativo. La possibilità di integrazione con altre misure economiche è un punto di forza, ma resta fondamentale assicurare un coordinamento efficiente tra Comuni, INPS e Centri Antiviolenza.