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La Grande Bellezza: dialogo con lo studioso di Estetica, Raffaele Gaetano

CHE COS’È LA BELLEZZA

Ne parliamo con lo studioso di Estetica, Raffaele Gaetano

Colto e raffinato studioso del pensiero leopardiano cui ha dedicato numerose opere tra cui “Giacomo Leopardi e il sublime” (Rubbettino), considerato dalla critica una pietra miliare sull’argomento, Raffaele Gaetano ha via via concentrato la sua intensa attività di ricerca su autori, temi, questioni teoriche dell’Estetica del paesaggio tra ’700 e ’800, ambito di cui è uno degli studiosi più apprezzati.

Lo abbiamo intervistato su un tema molto attuale come quello della bellezza, sul quale le opinioni sono contrastanti e su cui spesso si equivoca.

Professore Gaetano, come definisce la bellezza?
Parliamo di bellezza quando godiamo qualcosa per quello che è, indipendentemente dal fatto che lo possediamo.

Qual è il rapporto tra bellezza e arte?
Bellezza e arte non sono concetti coincidenti. Nell’antichità e in molti periodi storici era considerata bellezza soprattutto quella della natura, mentre l’arte aveva soltanto il compito di fare bene le cose che faceva, in modo che servissero allo scopo cui erano destinate.

E quindi?
Si considerava arte sia quella del pittore e dello scultore sia quella del costruttore di barche, del falegname o del barbiere.

Poi com’è finita?
Soltanto più tardi, per distinguere pittura, scultura e architettura da quello che oggi chiameremmo artigianato, si è elaborata la nozione di Belle Arti.

Oggi com’è la situazione?
Certe teorie estetiche moderne hanno riconosciuto solo la bellezza dell’arte, sottovalutando la bellezza della natura. Insomma la bellezza ha diversi volti ed è giusto che ognuno prenda a esaminarli.

La bellezza salverà il mondo?
Non so se la bellezza salverà il mondo, anche perché non sa di essere bello o brutto, che rimangono categorie appannaggio di ognuno di noi. Salveremo il mondo se faremo un percorso comune di riconoscimento di ciò che ci procura piacere estetico in modo disinteressato, come peraltro aveva intuito lo stesso Immanuel Kant.

Si ringrazia l’artista Massimo Maselli per il materiale fotografico.

Piera Messinese

Il giovedì grasso

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