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Sotto il cielo delle Ande

Il cielo delle Ande assume una costruzione fiabesca, color turchino, dopo la burrasca delle ore precedenti.

Giovanni avverte la sensazione indefinibile di poter accarezzare quel cielo, tentando di scorgere, oltre quell’immenso azzurro, le sembianze di Ginevra, nel suo viaggio che ha avuto inizio dalle profondità del mare.

Egli immagina quel percorso, come una sirena armata di ali, trasvolare verso la dimensione dell’eternità, la immagina davanti ad un grande cancello, entrare là dove non esiste né rimpianto né rimorso, né inizio né fine, là dove l’amore è un unico grande armonioso abbraccio.

Giovanni, ritorna con la mente ad una notturna drammatica confessione: un bimbo, ora uomo, che vive in qualche parte di questo mondo, un essere con un nome sconosciuto a chi lo ha creato, una vita spezzata e dirottata altrove, chissà dove…

Ginevra, spesso, avvertiva se stessa come una pista d’atterraggio, da dove un aereo era partito verso sconosciute destinazioni.

Solo una volta le era capitato di trovarsi accanto ad un giovane uomo, sulla Terrazza Martini a Milano, era un Lunedì di metà Ottobre…

Giovanni, sotto il cielo turchino delle Ande, è assorto a ripensare tutto questo…

Tommaso Cozzitorto

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