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“Risveglio agreste” di Maria Cristina Adragna

Profumi soavi, fragranze immolate alla beltà del Paradiso, amabili brezze, respiro carezzevole. Questa è la sacralità della campagna, assetata di sole e desiderosa di seduzione.

RISVEGLIO AGRESTE

Verseggia la campagna
in balia di fioche luci,
preludio d’un lieto giorno
che ha il sapor
di pane e miele,
cogliesti brevi accenni
di leggiadre sinfonie
che guizzano in concerti
senza arpe né chitarre.
Perdio, silente luna!
Così ti dileguasti?
Il candido albeggiare
non mostrò pietà e clemenza,
sparisti tra le fronde
verdi come gli smeraldi,
nell’intima certezza
d’affiorare all’imbrunire.
La vorticosa danza
di farfalle iridiscenti
adorna quei canneti
che obbediscono alle brezze,
lo sguardo s’avventura
al di là di poche siepi,
simulatrici goffe
di sabbiose e vaste dune.
L’incedere imperterrito
di infauste rimembranze
insidia debolmente
ogni tuo risveglio agreste,
ti basti rimirar
della natura la bellezza
e la magnificenza
di una coltre d’alte spighe.
Inoltrati nel vento
che ha il profumo della terra,
le piogge non recenti
benedissero ogni zolla,
sacralità ancestrali
hanno ormai fissa dimora
nei pressi di quei solchi
carezzati dall’aratro…

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