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Io e “La ragazza dalla pelle di seta”

Non si può stabilire con esattezza il giorno in cui io e “La ragazza dalla pelle di seta” abbiamo maturato la consapevolezza di essere legati da un comune destino, il momento in cui ci siamo prese per mano e abbiamo intrapreso questa avventura.

Mi tocca andare molto a ritroso per trovare qualche traccia di questo primordiale contatto.
Nella valigia avevo messo le mie speranze, i sogni nel cassetto e chissà quante illusioni.

Di una sola cosa ho la certezza: tutto è partito dal cuore e tutto è ritornato al cuore.

Quando si investe nei sentimenti e si affida alla penna il non facile compito di trasferirli su di un foglio bianco, si deve solo sperare di ottenere una gratificazione che vada in una sola direzione: essere letti e compresi, che le parole siano foriere di messaggi e che non rimangano un miscuglio di suoni.

Il mio rapporto con la scrittura è iniziato ai tempi della scuola primaria.

Avevo un quadernino su cui riportavo tutti i miei pensieri, ma avevo anche l’abitudine di lasciare frasi sparse sulla copertina dei libri e sull’ultima pagina del diario.

Durante l’adolescenza è stato l’amore il motivo ispiratore delle mie riflessioni.

È risaputo che quella è l’età in cui è molto facile chiudere gli occhi e affidarsi alla magia di un sogno.

Ho coltivato tale attitudine negli anni a seguire non perdendola mai di vista.

Quando scrivo, è come se mi mettessi in ascolto della parte più profonda di me e, contemporaneamente, mi leggessi.

Mi piace rovistare nel mio profondo cuore e portare tutto in superficie, dare luce a ciò che vive nell’ombra.

Non scrivo mai perchè ho necessità di occupare il mio tempo libero.

La scrittura è per me un’esigenza che nasce da un desiderio di libertà, da una volontà di dare alle mie parole una forma e un’anima.

Il tempo ha consolidato questa mia passione e, lungi da me la volontà di peccare di presunzione, credo che in tutti questi anni ho almeno tentato di dare un volto alla mia scrittura.

Perchè i miei viaggi più belli li realizzo quando “lascio danzare” la penna su un foglio bianco…

Piera Messinese

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