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Il trovatore

IL TROVATORE, IL MUSICO DI CORTE E IL GIULLARE

Cultori di una poesia d’arte, prezioso frutto di una tecnica sofisticata, i trovatori e trovieri diedero voce all’amor cortese, cantando gli ideali della cavalleria.

Essere cortesi era la quintessenza della nobiltà e il cavaliere era il paladino di un’etichetta che investiva non solo il comportamento ma anche la morale.

Nei canzonieri (codici manoscritti contenenti versi e spartiti musicali) sono riportate anche le biografie di alcuni trovatori: si riferiscono a nobili decaduti o a piccoli feudatari, tra cui alcune donne e anche svariati giullari di estrazione popolare.

Una parte importante spetta anche ai bardi di Scozia, Galles e Irlanda che mantenevano intatti gli ideali della vita dei clan e della gentry secondo le antiche tradizioni.

Sul lato opposto della scala troviamo invece il giullare, spesso di umile condizione sociale non era solo musico e poeta ma anche artista di strada nel senso più ampio del termine comprendendo molte delle abilità circensi tutt’ora praticate.

La sua condizione sociale era ambigua, ricercato e blandito con ricchi regali nelle corti, ma considerato con disprezzo dalla cultura clericale, era spesso un personaggio che viveva al margine della società medievale, che contribuì tuttavia a diffondere con il suo operato una cultura popolare in tutta Europa: aveva in repertorio canzoni e musiche da ballo, raccoglieva e riportava le notizie e le nuove idee, tramandava il ricordo di cavalieri e di personaggi illustri, nel racconto di cicli mitologici e delle cronache di eventi storici.

La musica popolare suonata da giullari e menestrelli era semplice, orecchiabile e si articolava in due parti ripetute con poche o punte variazioni e si ballava con molti saltelli per lo più in tondo.

Umberta Di Stefano

https://www.youtube.com/watch?v=4PXTopm8HFM 

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