“T’a vò fa fa na foto”

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La fotografia

L’altro ieri rovistando in una credenza a casa di mia mamma, ho ritrovato la mia vecchia Zenith e un sacco di fotografie.

Parecchie erano in bianco e nero che avevamo sviluppato nella camera oscura io e il mio amico Vincenzo, in un laboratorio artigianale fotografico, ricavato in un angolo del suo sottoscala nella casa paterna.

Con Vincenzo prima, Pasquale dopo e con Tonino alla fine, ho appreso i rudimenti della fotografia e un corretto utilizzo della macchina fotografica.

Non sapete che rabbia mi fanno tutti queste persone che in un batter d’occhio scattano migliaia di fotografie senza domandarsi come si è riusciti a concepire la macchina fotografica e soprattutto a scoprire il processo per fissare le immagini.

La fotografia si ottiene con un procedimento che si basa su processi ottici e chimici.

Il principio ottico è quello della convergenza e divergenza dei raggi luminosi facilmente osservabile con una camera oscura.

E la nostra prima sperimentazione fu proprio la costruzione artigianale di una camera oscura; prendemmo una scatola e la foderammo con carta nera, sostituimmo una delle pareti della scatola con una lastra di vetro smerigliato e al centro della parete opposta al vetro praticammo un foro piccolissimo con uno spillo; puntammo poi il forellino su un soggetto fortemente illuminato, (in questo caso si trattava di un albero) e riuscimmo a vedere l’immagine capovolta sulla lastra smerigliata.

Restammo fortemente impressionati e il nostro pensiero andò al grande Leonardo da Vinci che fu il primo a descrivere con esattezza il principio della camera oscura.

Il principio chimico si basa invece sulla sensibilità dei sali d’argento alla luce, scoperto nel 1727 dal medico tedesco Shulz.

Al di là della teoria, a noi ci bastava conoscere questi pochi principi, grazie ai quali ci dedicammo poi alla pratica ed il primo problema fu procurarci la macchina fotografica.

A proposito le macchine fotografiche si dividono in fotocamere e apparecchi fotografici e questo io lo capii dopo perchè Vincenzo aveva già una buona macchina fotografica una Reflex con l’esposimetro esterno.

Io che avevo una macchinetta di poco valore, quando mi confrontai con lui ebbi una crisi, parafrasando Fantozzi, mostruosa.

Tornai a casa, dopo avergliela fatta vedere la nascosi alla mia vista chiudendola in un cassetto a chiave.

Vincenzo, vedendomi deluso e impedito ad utilizzare una macchina fotografico mi consentì da vero amico di usare la sua di macchina fotografica dopo averne avuto ampie spiegazioni sulle funzioni.

Capii la differenza tra gli apparecchi fotografici, fotocamere che sono a fuoco ed esposizioni fissi con cui basta inquadrare i soggetti attraverso il mirino e poi scattare e apparecchi fotografici Reflex e TTL che consentono di vedere il soggetto tramite l’obiettivo e misurare la luce che arriva sulla pellicola.

Mi spiegò la messa a fuoco il diaframma (che regola la quantità di luce) la velocità di otturazione, la profondità, il tutto subordinato alla sensibilità della pellicola.

Con questo bagaglio mi accinsi a diventare un provetto fotografo e iniziai a sperimentare.

I primi soggetti furono i fiori, farfalle, tramonti, paesaggi insomma tutto ciò che fate ora tutti con lo smatphone, tac scattate e via, tanto le foto vengono bene in ogni caso.

Noi invece prima di fare una foto pensavamo come fare e nel frattempo il soggetto spariva…

D’estate ci prendevamo la rivincita, i soggetti da fotografare, quelli inquadrati, erano sempre belle ragazze che magari giocavano in spiaggia a pallavolo e noi poi portavamo i rullini che li sviluppavano senza troppa pubblicità e senza dare troppo nell’occhio…

Ma non tutte le ciambelle nascono col buco!

Un gruppo musicale di cui facevo parte anche io, mi incaricò di documentare fotograficamente un’esibizione in un paesino poco distante da Lamezia Terme.

Mi diedero la macchina e io mi sistemai sotto il palco e scattai numerose foto.

Alla fine della serata riconsegnai loro la macchina e ci salutammo per rivederci il giorno dopo.

Ci incontrammo l’indomani sul corso, vidi 4 soggetti trasfigurati come dei vichinghi con elmi, con le corna e mazze da dio Thor, che arrivati vicino a me (io mi sentivo un pigmeo braccato da un elefante) mi urlarono nelle orecchie “ieri sera hai dimenticato il rullino“…

Adesso tutti sono fotografi provetti, Andy Warhol fa un baffo a tutti.

Se permettete però io vi consiglierei di armarvi di una buona macchina fotografica professionale per cimentarvi nello studio della fotografia vera e ottenere dei veri e personalissimi risultati artistici.

Rodolfo Bagnato

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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