Castrovillari.
Solo la memoria consente di intraprendere e scoprire la via dell’identità di un popolo, che vive attraverso la storia di quel che resta nel passato. Nessun albero potrebbe sopravvivere senza le sue radici, e né le sue rigogliose fronde, potrebbero toccare il cielo , se esse non fossero ben radicate alle zolle della terra dov’è piantato, per non divenire così erba precaria nel vento.
Conoscere i luoghi e la storia del passato, ci aiuta a comprendere la nostra anima, prima che essa venga sopraffatta dall’oblio impietoso, che tende ad appiattire il concetto di appartenenza a qualcosa, a qualcuno, e venire storicizzati, con qualcosa che non ci appartiene.
Sentire amore doloroso, quando succede che, la casa dei nostri genitori si chiude definitivamente dietro le nostre spalle , ci viene naturale. Nonostante tutto, nei ricordi prossimi, sappiamo dove siamo nati e conosciamo i nostri legami di sangue, piangiamo per l’assenza dei nostri cari, ma ciò non toglie il senso di appartenenza e da dove proveniamo, questo ci da la forza di sentirci vivi, di continuare ad essere parte integrante della comunità, e di essere qualcuno, perché la nostra storia continua.
Ed è con questo stato d’animo che ogni tanto intraprendo attraverso la storia della Calabria, viaggi immaginari, per scoprire qualcosa di nuovo che non conosco, paesaggi-spettacolo, degni di ogni stupore, città e paesi ricchi di storia millenaria, ma soprattutto, ricche di leggende, riti, tradizioni, che ad essi sono legati.
Con gli occhi pieni di sole e con il ricordo nel cuore del mare, inizio questo viaggio, cosa che accade realmente ai viaggiatori che visitano il vasto territorio e variegato territorio della Calabria. La presenza del mare è una costante, un dolce compagno di viaggio.
Difesa dai monti, circondata dall’Appennino calabro lucano, immersa nelle bellezze del parco naturale del Pollino sorge Castrovillari “Castro Villarum”, cioè Fortezza della Valle, infatti Castrovillari trova dimora incastonata in un avvallamento naturale denominato “ Conca del Re”.
La Città si presenta divisa in due parti, separate dal ponte della Catena. La parte vecchia detta Civita, è edificata su uno sperone calcareo , dove si trova la Basilica minore di San Giuliano, il Protoconvento Francescano, il castello Aragonese ,e il Santuario della madonna del Castello. Protagonisti delle storie che racconterò di seguito.
La Madonna del Castello tra storia e leggenda.
La leggenda narra che, il conte Ruggero fratello di Roberto il Guiscardo, temendo insurrezioni da parte degli abitanti castovillaresi, nel 1090 decise di costruire un castello, posto a dimora in cima al colle, dove su i suoi fianchi, s’adagiava la città.
I lavori iniziarono subito e con solerzia obbligata, gli operai del luogo iniziarono a scavare. ma da <ignota manu> la mattina seguente, si trovava distrutto tutto ciò che il giorno precedente era stato costruito.
Ruggero stupito , ordinò di scavare più in profondità.
Mentre ciò accadeva, sotto l’impietoso piccone, ecco che apparve l’ immagine della Madonna, dipinta su un pezzo di muro.
I lavoranti davanti al dipinto s’inginocchiarono gridando al miracolo e smisero di scavare. Il conte Ruggero, intimorito dal ritrovamento dell’icona della Madonna , invece di far edificare il castello , ordinò di far costruire sullo stesso luogo, una chiesa in onore della Madonna. Diverse sono ancora oggi le opinioni, delle origini del dipinto.
Petrosa
”Scherza coi fanti ma lascia stare i santi”…
Nel 1481, il Papa e il Re di Napoli imposero a San Francesco di Paola di recarsi in Francia, per portare conforto, ed eventuale guarigione miracolosa a Luigi XI, gravemente malato. A malincuore, il Santo, che faceva poca acqua coi potenti, obbedì e s’avvio.
Seguito da una folla di devoti che vollero accompagnarlo per un po’ di strada, spinti da il timore, che non avrebbero più rivisto colui che aveva i segni visibili della sua santità nel mantello e nel bastone, e, perciò,dava loro aiuto e protezione, indispensabili in quei tempi assai calamitosi.
Il corteo arrivò, così, sopra Castrovillari, a un ampia e fertile spianata tutta coperta di vigne e piantagioni di cotone, poiché la strada era stata fin lì lunga e sotto il sole, il Santo chiese acqua, per sé e per quanti lo accompagnavano, a un proprietario del posto, che però, gliela negò per non sottrarla alle sue terre.
S. Francesco era, si umile e buono come nessun altro, tuttavia, quando batteva la testa all’avida grettezza e nella cattiveria gratuita, “s’incavolava di brutto“, tanto da meritarsi la qualifica di <zirrusu>, cioè facile ad arrabbiarsi; infatti, fissò con occhi di brace il proprietario , scandendo: <che l’acqua sparisca da queste terre, sì che di esse tu non abbia più a godere i frutti!> e in poco tempo tutta la spianata inaridì, da allora Petrosa.
Il Perfido strozzo.
Don Ferdinando Spinelli signore del luogo, per estorcere più denaro ai castrovillaresi , mise in piedi una pantomima alquanto singolare.
Si narra che, il signorotto in questione, imponeva l’acquisto di un maiale alle famiglie, che veniva pagato, quando la povera bestia era ben pasciuta, e la sua carne pronta a divenire insaccati, tradizione predominate del luogo e della Calabria.
Il gabelliere, incaricato a riscuotere la somma a peso, si presentava ai popolani, cantando una filastrocca allegra, a mò di sfottò:
<oh tu chi t’hai mangiatu lu panu untu, paga lu porcu ca lu timpu è junto>…. <Oh tu che hai mangiato il pane condito, paga il porco che la scadenza è giunta>.
Nemmeno la soddisfazione di vedere il porco bello grasso, perché più lui pesava e più aumentava il dazio.
Se malauguratamente i castrovillaresi per qualche motivo non si trovavano in condizione di assolvere il debito, la prospettiva era meno felice della prima, infatti a loro era riservato il destino di essere ospitati nella fortezza, dietro pagamento: 25 grani se si era destinati alla <fossa>; 20 grani se al <mozzanile>; e 10 grani se al <cortile>…
Insomma un servizio, pelo e contropelo
E la storia continua, sul prossimo articolo……
Francesca Rita Bartoletta
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Bellissimo articolo sulla storia di Castrovillari con una introduzione poetica bravissima Bartoletta
[…] Storie e leggende di Calabria di Francesca Rita Bartoletta […]
Bravissima Francesca Rita ho letto con molto interesse questo tuo articolo