Storia di Anna

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La campagna campana, durante gli anni ’60 del secolo scorso, offriva poco a fronte di un continuo e duro lavoro. La famiglia di Anna, era impegnata da mattina a sera, ogni giorno della settimana e anche durante le feste, tutto si trascorreva tra campi da arare e seminare e le bestie da accudire.

Anna non voleva questo per sé, voleva altro dalla vita.

Anna era bella, alta, maestosa, coi lunghi capelli neri raccolti sulla nuca, come dettava la moda del periodo. Aveva capito che lo studio le avrebbe migliorato la vita, e così studiò diventando un’infermiera professionale. Fu assunta in un ospedale inglese.

Non sarebbe stato un trasferimento definitivo, giusto il tempo di mettere da parte un gruzzolo e sposare il fidanzato di sempre.

Cinque anni, questo fu il tempo trascorso in Inghilterra. Ovviamente, Anna trascorreva le ferie  con la sua famiglia e il fidanzato che pazientemente, l’aspettava. Trascorsi i cinque anni, con i soldini guadagnati, se ne tornò a casa.

A questo punto, tutti si aspettavano una data, quella del fatidico sì. E arrivò anche quella, la data, la casa, l’abito bianco, il corredo. Tutto pronto!

La giovane futura sposa però, viveva un tormento che diventava più pungente man mano che si avvicinava la data delle nozze. A una settimana dal matrimonio, Anna stava seduta sul patio di casa sua, e con lei, il suo sposo che all’improvviso la vide scivolare giù dalla sedia, finire per terra, esanime.

Fu portata in casa, appoggiata sul letto, fu chiamato il medico ma non ci fu niente da fare: Anna era morta! Anna si era tolta la vita! Visto ciò che era accaduto, furono avvisate le forze dell’ordine che avviarono immediatamente le indagini.

Il medico legale, incaricato dal giudice per l’ispezione cadaverica, dopo aver ammonito il povero fidanzato, si chiuse nella stanza assieme al cadavere ma durante il controllo, capì qual era il segreto della morte di quella giovane infermiera.

Avanzo due ipotesi: la prima è che, preso dalla pietà, non disse nulla su quella che poteva essere la causa del suicidio; la seconda è che abbia detto la verità ma la famiglia, abbia mantenuto il silenzio più assoluto, tant’è che non se ne parlò più, anzi i familiari più stretti, dissero sempre che non se ne conosceva il motivo.

I nipoti, figli dei fratelli, non hanno mai saputo perché, una donna così giovane e bella, prossima al matrimonio con un uomo buono e follemente innamorato, si fosse tolta la vita. Perché? Questa è la domanda che ho sentito formulare spesso.

Chi sapeva, ha portato il segreto nella tomba. Ma, signori miei, i registri parlano anche senza voce, l’inchiostro racconta anche quello che vorremmo nascondere.

È stato un puro caso, forse la mano del destino, non so, ma facendo una ricerca, mi è capitato tra le mani un certificato di battesimo. Anche se non aveva a che fare con la mia ricerca, presa dalla curiosità, ho iniziato a leggere quei nomi, che io conoscevo.

Li conoscevo tutti!! Quando si accorsero che stavo leggendo ciò che non dovevo, mi strapparono le carte dalle mani, ma ormai il vaso di Pandora, si era aperto e aveva rivelato tutta la verità.

Povera Anna, chissà quanto si sarà sentita sola e impotente. È la solita storia della giovane sedotta e abbandonata: in Inghilterra, aveva conosciuto un uomo che dopo averla messa incinta, l’aveva lasciata da sola a risolvere tutto.

Il piccolo fu tenuto a battesimo da Teresa, la sorella maggiore di Anna (quindi sapeva tutto) e siccome tutto avvenne in una città diversa da quella di residenza, anche il marito di Teresa conosceva sicuramente la verità. Il neonato fu dato in adozione ma gli fu imposto il nome del nonno materno.

Durante l’ispezione del cadavere, il medico legale si era accorto che non solo non era illibata, ma aveva anche partorito, allo stesso tempo aveva la certezza che il fidanzato ufficiale, aveva sempre rispettato la donna che amava. E se anche non l’avesse “rispettata”, stava comunque per sposarla, quindi il colpevole non poteva essere lui. Non era lui ad aver istigato quel suicidio.

Avete capito?

Questo era il tormento di quella povera ragazza!

Come avrebbe giustificato il tutto?

Cosa doveva dire al neo marito durante la prima notte di nozze?

Di averlo tradito e messo al mondo un figlio?

E la sua famiglia?

L’avrebbe ripudiata sicuramente!

Il mio sospetto è anche che, Anna, dopo aver scoperto la gravidanza e il dolore dell’abbandono, abbia deciso di lasciare tutto e rientrare in Italia.

La povera Anna ha pagato caro un errore fatto magari in un momento di solitudine, per aver ceduto alle lusinghe di chi ha abusato della sua ingenuità e della sua fiducia.

Questa è una storia vera ma, nel rispetto di tutti, ho celato i nomi e i luoghi, che hanno fatto parte della breve vita di Anna.

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