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Rione Monti

Il rione Monti è il primo rione di Roma, indicato con R.I. .
Il nome nasce nel Medioevo e si riferiva ad una grande zona, con pochi abitanti, che comprendeva tre dei sette colli: l’Edquilino, il Viminale e una parte del Quirinale.
Il nome è rimasto invariato nel tempo, anche se oggi l’Esquilino non è più di appartenenza del rione Monti.

Bellissimo e molto interessante da visitare, come tutti i rioni di Roma.

La storia nei secoli trascorsi, si respira in pieno camminando per le viuzze, ricche di fontane, statue, Chiese e piazze, dense di leggende.

Santa Maria dei Monti è una chiesa molto visitata dai credenti, si dice che il quadro di Maria sia miracoloso e i pellegrini si recano fiduciosi a pregare.

Da visitare anche la splendida salita dei Borgia con la superba scalinata, tra via Cavour e piazza San Pietro in Vincoli.

Ma una curiosità mi ha molto colpita: una via di Roma, una via del rione Monti, si chiama”Pane e prosciutto”, la nota via Panisperna, così chiamata perché nel passato era abitudine dei frati della Basilica di San Lorenzo, dare “Panis et perna“, cioè pane e prosciutto, ai poveri della zona.

Da allora a oggi il nome della via, appunto via Panisperna, è rimasto invariato.

Negli anni ’70/’80 era una via ricca di negozi di antiquariato, nelle vie vicine restauratori, vetrai, tappezzieri e ristoranti tipici della cucina romana ma di lusso.

Un ricordo indelebile nella mia memoria è quello legato alla nevicata a Roma nel febbraio del 1986.
I fiocchi che ricoprivano via Panisperna erano magici e poetici, dall’alto del palazzo la visione di via Panisperna innevata era magnifica.

Appena alle sette del mattino sembrava di stare in una stazione sciistica.

Adulti e bambini meravigliati da tanta neve…ma quanti scivoloni!

Credo che quella notte passata dietro i vetri a guardare i copiosi fiocchi posarsi con leggerezza sulla via, resterà indimenticabile per me…ero ancora una giovanissima donna allora, ma quella notte sarebbe stata per me l’inizio di un incubo…

L’ ULTIMA ROSA

Era rimasta li
immobile in attesa
tra i tetti del rione Monti.

Tra i suoi petali rossi
nascondeva
una sfrenata passione
e amore non ricambiato.

Le ripide scale
dello stabile buio
saliva con il cuore in gola,
partiva sempre svantaggiata.

Oh bella rosa
fiore regale
non sfiorire
per chi di te
non vuol capir l’essenza,
taglia la tela
da te stessa intessuta
e fuggi dove amore
esiste.

Povera rosa rossa
rimasta sola
tra i tetti freddi
e solitari del rione Monti.

                         Antonella Ariosto

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