Lasciando alle spalle il mio trentottesimo compleanno mi sono resa conto che, inesorabilmente e senza dubbi di sorta, il solo dono, che avrei voluto ricevere, sarebbe stato ancora mio padre…
PER ME
Auspico per me
un sacro anelito
di tenerezza errante,
il folle estro che
si insinua dirompente,
la frenesia di quell’amore
che non vissi,
il gran perdono
per tutto ciò che
più non dissi.
Auspico per me
la libertà che
s’aggroviglia alle parole,
la fedeltà dei troppi cenni
e dei pensieri a te rivolti,
quell’incostanza che
ha per suono la beltà
del nome mio
e la menzogna spudorata
che si nasconde in ogni addio.
Auspico per me
di rivedere i suoi begli occhi,
di accarezzarlo senza sosta
in un delirio che non tace,
e al mio risveglio d’accostar
l’amabil sogno alla mattina,
come lui fece per la vita…
fin da quando ero bambina.
Maria Cristina Adragna
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