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Pellizza da Volpedo (parte sesta)
“Lo specchio della vita” (E ciò che una fa, e l’altre fanno)
Olio su tela, 132 x 288 cm.
Torino, Galleria d’Arte Moderna
“Lo specchio della vita” è un dipinto che Pellizza presentò per la prima volta alla Promotrice di Torino del 1898, dopo averci lavorato per quattro anni.
L’opera riesce a riflettere il destino dell’uomo in un brano di natura pur privo di ogni presenza umana.
Ambientata sul greto di un torrente non distante dalla casa di Pellizza, la scena è ispirata dal verso dantesco: “e ciò che l’una fa, e l’altre fanno”.
Pellizza quindi intese la sua opera come commento ad alcune terzine del Purgatorio di Dante, quelle in cui, nel canto III, il poeta osservava le anime procedere dinnanzi a lui: “Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l’altre stanno / timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, / addossandosi a lei, s’ella s’arresta, / semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno; / sì vid’io muovere a venir la testa / di quella mandra fortunata allotta, / pudica in faccia e ne l’andare onesta”.
“LO SPECCHIO DELLA VITA”
Un gregge di pecore, una con il manto scuro, procede in fila indiana tra gli acquitrini della campagna piemontese.
Nel chiarore di una giornata tersa e cristallina illuminata da un sole radioso, camminano una dietro l’altra sull’argine del torrente Curone.
Alcune di loro si specchiano nelle pozzanghere del torrente che crea delle anse e si infiltra nel terreno.
Pellizza, come un moto perpetuo, non fa percepire né l’inizio né la fine del gregge, né quanti siano gli animali che ne fanno parte, né quando il loro incedere avrà termine.
Oltre gli animali si estende la pianura, intrisa di acqua che crea ristagni in mezzo al verde.
Verso sinistra, infine, si innalza una linea di colline mentre a destra si estende un paesaggio boschivo.
CONCLUDENDO:
Fra linee rette e ondulate, fissate in una moltitudine di colori, fa da contraltare una natura immobile e tersa rappresentata con maestria dall’artista.
Questo dipinto viene ritenuto una delle opere più significative dell’artista perché testimonia il periodo di transizione tra la fase divisionista e quella simbolista.
Bruno Vergani
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