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Opposte direzioni

Di là il mare, di fronte un piccolo chiosco di legno color verde, pochi tavoli bianchi, consumati dalla salsedine, come te, come me, consumati dal tempo, come me, come te, consumati dalle illusioni disilluse.

Il sole rosso del tramonto crea ombre agli occhi, quelle ombre che ci hanno allontanato, ombre abbandonate nel nostro passato, ombre mute, taciute e squarciate da quel dolore che abbiamo vissuto nelle nostre rispettive solitudini: orgogliosi, egoisti, disperati, epici, irrazionali, irraggiungibili.

Ad un tratto, estrai dalla tua borsa un piccolo libro, lo apri lentamente, leggi una poesia di Tagore, “Non mi accorsi del momento in cui/varcai/per la prima volta/la soglia di questa vita“.

Insieme, dal tavolo del piccolo chiosco verde, volgiamo i nostri sguardi al di là del mare, ma in opposte direzioni, per sempre lontani, ormai.

Ognuno per proprio conto, varcheremo la soglia dell’infinito, in momenti diversi, senza accorgerci del quando.

Son figli della notte, che del buio battono le strade“.

(Tagore)

Tommaso Cozzitorto

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