Su Prime Video un nuovo horror di chiara ispirazione alla pellicola Get up Scappa. Ma quanto c’è di vero horror?
Master La specialista, distribuito in esclusiva da Amazon Prime, si ispira abbastanza al film di Jordan Peele del 2017 che utilizzava l’horror come cornice per un esame più approfondito del razzismo americano, ma i metodi usati dalla sceneggiatrice e regista Mariama Diallo, qui al suo debutto al lungometraggio, sono meno sicuri di Peele.
La trama efficace si perde quando si tratta degli elementi più ‘orrorifici’. La storia di fantasmi di Master è confusa e poco indagata con cliché che sostituiscono uno sviluppo reale della tensione. Poco indagato il background dei personaggi e le relazioni tra loro.
La trama
L’azione si svolge nell’ università del New England di Ancaster College e segue due personaggi: Gail Bishop (Regina Hall), la prima ‘preside’ nera, e Jasmine Moore (Zoe Renee), una matricola anche lei di colore.
La ragazza giunge al campus (dove quasi tutti i volti sono bianchi) e le viene assegnata quella stanza del dormitorio in cui sono accadute cose inquietanti in passato .
L’ ingresso di Gail in scena è frettoloso. Di lei veniamo a conoscenza di pochi frammenti del suo passato. Essere la prima ‘maestra’ nera dovrebbe essere una cosa positiva (un’indicazione che l’Ancaster si sta muovendo verso un’era più “illuminata e diversificata”), e anche un’opportunità per il resto dei docenti di ampliare le loro vedute.
Gail preparata e intelligente, conosce la situazione, ma ha accettato la posizione perché crede che sia un onore e spera di apportare un ulteriore cambiamento dall’interno. Nel frattempo Jasmine si ritrova a ricevere sia condiscendenza che ostilità. La sua coinquilina non è amichevole e si sviluppa presto una spaccatura. Timida e riservata in parte anche di lei però conosciamo ben poco.
Per quanto riguarda la famosa stanza ha una sua storia da raccontare.
La stanza
La prima studentessa nera di Ancaster si uccise lì negli anni ’60 e uno spirito maligno, collegato a una strega dell’epoca di Salem, infesta il posto. Jasmine inizia ad avere incubi e visioni (c’è un po di Nightmare) ma nulla di davvero potente.
L’approccio di Master al razzismo
Il tema del razzismo é ciò che turba davvero in questa pellicola, tema affrontato in modo avvincente nella sua presentazione. I bianchi nel film, sono inquietanti esseri quasi senz’anima e caratterizzati da una coltre di pregiudizi radicati. Mariama Diallo crea una patina di disagio fisico nelle “scene antropologiche” dove il conflitto razziale “storico” si fa centrale, infilandosi nella storia della stregoneria, nel suicidio passato e nelle attuali vicissitudini vissute dalle protagoniste.
Master cerca di utilizzare gli aspetti horror soprannaturali per amplificare proprio quelli razziali, ma si perde sulla fine senza riuscire davvero a sviluppare bene nessuno dei due aspetti.
In primo luogo, la storia di fantasmi non è ben sviluppata, la sua risoluzione è insoddisfacente e sembra essere solo un espediente artificiale e secondario ai veti intenti di denuncia sociale.
Il messaggio di Master sul potere e i pericoli del liberalismo bianco di lasciare troppo spazio al razzismo sistemico è però importante e il modo in cui viene presentato resta convincente. Non un horror puro forse, ma resta comunque l’orrore sociale, molto più grande e reale. Brave le interpreti.
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