Lui è tornato❤️!
Eccomi qui a scrivere del mio mito musicale.
Per i pochi che non lo sapessero seguo Renato Zero dall’età di 15 anni, ciò significa che fa parte della mia vita da 43 anni, tutti vissuti con le sue canzoni e i suoi concerti.
Renato Zero non è solo un interprete della musica italiana da 50 anni.
Per noi che siamo i suoi fan storici, (tanto che ci ha paragonato ai“sorcini”che di corsa escono dalle tane ogni volta lui è presente da qualche parte), è uno di famiglia, un cugino affettuoso, protettivo, ma nello stesso tempo molto irriverente.
Questa irriverenza è dovuta al fatto che, in tempi culturalmente più difficili, con le sue canzoni e i suoi travestimenti ha sfidato le convenzioni sociali e l’opinione pubblica, ponendosi come baluardo della libertà di espressione.
Renato Zero, nome d’arte di Renato Fiacchini, romano de Roma come si definisce , dal 30 settembre 1950, quando è nato, ha composto oltre 500 canzoni non solo per se stesso ma anche per altri. Considerato un cantattore per le sue capacità di portare la musica sul palcoscenico in modo teatrale, diventando lui stesso un attore per il piccolo e grande schermo, provocatore e istrione non solo per l’estetica ma anche per i temi più disparati affrontati nei suoi testi l’amore e il sesso, naturalmente in tutte le forme, la fede, la libertà, il trascorrere del tempo e le fragilità di ogni modo.
Renato Zero è ancora oggi uno dei cantautori italiani più popolari e non solo nella nostra penisola. Cantautore, showman, attore,ballerino e produttore discografico italiano. Nel corso di una lunghissima carriera cominciata nel 1967 ha pubblicato decine e decine di album.
Dal 1969 ha scritto canzoni per alcune delle nostre grandi voci, come Ornella Vanoni. Zero, tra gli altri traguardi, ha raggiunto un grande record: è l’unico artista ad avere avuto al primo posto della classifica un album in decenni diversi, anni Settanta, Ottanta, Novanta, Duemila e Duemiladieci, Duemilaventi. Tra i molti riconoscimenti ricevuti, ci sono anche un Grammy alla carriera (1993) e il Premio alla carriera del 2006
Lustrini, paillettes, boa di struzzo, copricapi piumati, una versione angelo, una da diavolo, passa dal look total white con le giacche dai revers ricamati, al total black degli ultimi anni. In questa fase di avvicinamento al nero, quando cominciano a dominare i toni scuri, ispira persino il regista Tim Burton. Si erano incontrati ai tempi di Nightmare Before Christmas, quando l’artista presta la voce al protagonista Jack Skeletron. E molti anni dopo Burton si ispira al look di Zero per Johnny Depp che veste i panni di Willy Wonka nel film La fabbrica di cioccolato.
Negli anni la metamorfosi di Zero è notevole.
Quando apparve per la prima volta al Piper, alla fine degli anni Sessanta, con zatteroni e i vestiti luccicanti, lasciò tutti a bocca a aperta. Come un marziano a Roma, tra ragazzi di buona famiglia, hippy e i fricchettoni, lui figlio di un poliziotto e di una sarta scandalizzó tutti.
Ma lui era libero, pieno di sogni, con un mondo da raccontare e l’idea di dare voce agli ultimi, di cantare il diritto di esser se stessi, senza nessun pregiudizio. Entrata nel tendone di Zerolandia, nel 1978, è stato per me scoprire un mondo magico.
I suoi cambi di costume per ogni canzone, ogni esibizione diventa performance. Quando canta Triangolo, e indossa la tuta color senape decorata con triangoli verdi di lurex, si capisce che da quel momento non lo fermerà nessuno.
Icona glam della musica italiana, artista eclettico, dallo spiccato talento. Renato Zero è un vero e proprio personaggio sui generis, potremmo definirlo un grande genio creativo.
Ma che Renato Zero fosse un cantante molto credente, una di quelle persone che esprimono ogni giorno la propria gratitudine verso Dio, è cosa risaputa non solo da noi sorcini, noi Zerofolli. In molte sue canzoni, troviamo molti riferimenti religiosi, a Dio, a Gesù. A dimostrazione basta citare due suoi capolavori Più se La vita è un dono.
“Ma che uomo sei se non hai il cielo”. Si legge nel libro Arrivo a zero. Così come altri riferimenti a Dio che spuntano da luoghi profondi della sua spiritualità. Un artista come lui non poteva non riuscire ad esprimerlo. E lui ci è riuscito, eccome. E’ riuscito a trasmettere al suo pubblico, noi sorcini, l’enorme pienezza che può trasmettere la Fede.
Parole profonde sulla fede, che lui ha saputo utilizzare in modo eccellente. Forse, non tutti sanno che il nostro Renato Fiacchini, alla nascita, ebbe un grave problema. Una forma di anemia che avrebbe potuto comprometterne la vita. Un frate fu pronto a donargli il suo sangue per una trasfusione che lo salvò. Sarà stato questo episodio a determinare la sua vita? A volte, basta poco. Veramente poco per sentire l’abbraccio di Dio.
Lui che vede Cristo dappertutto.
No, non è un visionario. È un uomo che vede l’amore di Gesù Cristo in tutte le piccole azioni, i piccoli gesti di vita quotidiana.
E, tutto parte da una domanda: noi ce lo meritiamo questo Dio? L’interrogativo introduce la nuova opera di Renato Zero. Atto di Fede è un progetto libro e doppio cd, usciti per edizioni Tattica venerdì 8 aprile in tutte le librerie, nei negozi di dischi e nei book store digitali. Si tratta di diciannove inediti di musica sacra scritti e composti da Renato Zero. Ed arriviamo così tra lustrini e total black al nuovo Renato Zero.
Ci sono artisti che replicano all’infinito.
E poi c’è Renato Zero che resta se stesso ma cambia sempre.
Proprio qualche giorno fa ha presentato il nuovo disco seduto sotto la statua di Marco Aurelio in Campidoglio a Roma. Ora che ha quasi 72 anni, più logorroico di prima, ci ha regalato l’ultima sua opera spirituale.
Racconta che i19 brani inediti di musica sacra, sono composti da lui, orchestrati da Adriano Pennino e affiancati ad altrettanti testi scritti dai neonati «Apostoli della Comunicazione» (ossia, tra gli altri, Baricco, Luca Bottura, Buttafuoco, Castellitto, Cazzullo, Lella Costa, Don Mazzi, Mimun, Giovanni Soldini, Travaglio, Veltroni).
Questo disco ci conferma che artisti magari non si nasce ma poi, dopo esserlo diventati, lo si resta negli anni e ci sorprendono sempre. Ancora una volta Renatino cambia pelle, si presenta a noi con una rinascita molto diversa dalle precedenti.
Anticipa ciò che succederà nei concerti terrà. Ci racconta che ogni sera cambierà la scaletta perché molti fan parteciperanno a tutti i suoi 4 concerti di settembre al Circo Massimo.
Si presenterà a noi anche coperto solo da una foglia di fico…
E scherza raccontando che i suoi sorcini li va a cercare al Tuscolo, a Monteverde, nei quartieri della sua Roma. Ha la facoltà di poter essere ovunque per loro, non ha ancora il dono dell’ubiquità, ma ci sta lavorando.
E so che ci arriverà, sarà presente in ogni dove.
Angela Amendola ❤️
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