Noi siamo “presente”, nonostante sia insito in noi il senso del passato, nonostante ci appartenga la percezione del futuro.
Eppure ogni attimo del presente viene da noi vissuto come se questo fosse cristallizzato per sempre, come se l’esperienza che in quel momento stiamo vivendo ci dovesse far rimanere immutati: noi, chi ci circonda, i luoghi, le situazioni e i pensieri.
Una fotografia tutta risolta al presente.
Ma quel presente diventa inesorabilmente passato, la foto ha viaggiato con noi nello scorrere del futuro e in un giorno qualunque di un ennesimo presente, ti accorgi che tutto è cambiato, quella fotografia ti getta in faccia la metamorfosi del tuo fisico, gli assenti partiti verso l’eternità, equilibri lontani anni luce da quelli del tuo presente attuale.
E mi viene da pensare ad un ipotetico futuro: Tommaso, fra venti anni avrò quaranta anni, fra venticinque anni raggiungeremo il traguardo delle nozze d’oro, e così via…
E già, mi viene un brivido, io non sarò quello di oggi, e se ancora dovessi esistere, sarò una foto, ancora un’altra, con una percezione del futuro sempre più breve e un lungo scontrino di passato.
Ma sono sicuro che mi sentirò cristallizzato anche in quel momento, con l’illusione che il conto da pagare, il cui totale sarà in fondo allo scontrino, potrà ancora attendere prima di essere saldato.
Les jeux son faits…
Tommaso Cozzitorto
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[…] “Les jeux sont faits” di Tommaso Cozzitorto […]