La pubblicità

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Ormai ci siamo abituati, a volte l’accogliamo con fastidio, altre proviamo ad ignorarla. Gli spot pubblicitari hanno monopolizzato radio e tv e le nostre strade, sono tappezzate di manifesti, spesso giganti, che ci invitano ad acquistare di tutto. E dei supermercati, ne vogliamo parlare? Offrono super sconti e offerte, creando in noi un bisogno ad acquistare. Gli articoli di punta, vengono posizionati in luoghi strategici per spingerci ad acquistarli. Pensavate che la posizione centrale o quella in basso, fossero un caso? Niente affatto. Ci sono team di specialisti che lavorano in tal senso.  Tutto fatto per “acchiappare” il cliente o come dice il linguaggio del marketing, fidelizzare. Vi sembrerà strano ma l’idea è antica: risale all’800, quando per acchiappare il cliente al guinzaglio,si adoperavano le figurine. I grandi rotocalchi femminili, la radio, la tv non erano ancora nati e quindi, per pubblicizzare i prodotti, si usavano gli strilloni lungo le strade. Strategicamente, gli strilloni, venivano piazzati davanti all’ingresso dei negozi. Ad un certo punto, qualcosa cambiò: un certo signor Aristide Boucicaut, nella Parigi del 1865, titolare di un grande magazzino, ebbe un’idea semplice ma rivoluzionaria. Tutti i giovedì pomeriggio, i bambini non andavano a scuola e accompagnavano le mamme a fare la spesa, Boucicaud, posizionato all’uscita del suo negozio, salutava le signore che aveva appena fatto degli acquisti e regalava ai bambini, una figurina, con la promessa di regalargliene un’altra, se il giovedì seguente, fosse tornato con la mamma a fare la spesa. Le prime figurine erano cromolitografie disegnate a mano. Raffiguravano mezzi di trasporto, uniformi militari, ragazze in costume e temi infantili. Sul rovescio c’era il nome del negozio e la reclame di un prodotto in offerta. La strategia era quella giusta, in un paio di mesi, gli incassi raddoppiarono e l’esempio, fu subito utilizzato anche da altri negozianti. I prodotti pubblicizzati erano i saponi, vari tipi di cioccolate ed estratti di carne. Questi ultimi avevano bisogno di una grande pubblicità per farsi conoscere e apprezzare. L’idea appartiene ad un chimico tedesco Justus Von Liebig, che aveva messo a punto un sistema per ottenere un brodo concentrato di carne usando altissime temperature che permettevano di conservarne le proprietà nutritive. Fu utilizzano nei casi anemia grave e negli ospedali da campo, durante la guerra di Crimea. Viaggiò in Asia e in Africa, all’interno di un barattolino di porcellana bianca con scritte blu e il tappo di sughero. Il dottor Liebig decise che l’estratto doveva entrare anche nelle cucine delle case europee e nel 1872, inserì in ogni confezione, una figurina di formato sempre uguale. Seguiva una logica di serie, i soggetti erano sei per ogni serie: grandi scoperte, guerre, usi e costumi, scienza, mestieri. La veste grafica era elegante e spesso, dipinta a mano. La borghesia che sapeva leggere, veniva così indotta a comprare.

La pubblicazione delle figurine, terminò nel 1975, quando il marchio Liebig, divenne proprietà della Brooke Bond.

Da noi, le prime figurine furono emesse solo alla fine del 1800. Ma si specializzarono solo dopo la fine della prima guerra mondiale, le serie fotografiche erano dedicate a famose località, campioni dello sport e divi del cinema. Nel 1935, la Buitoni-Perugina, seguì l’esempio della Liebig, presentando una sua raccolta, legata ad un concorso. Presentando un album completo di 100 figurine, si aveva diritto ad un premio, mentre con 150 figurine, c’era in palio una fiat 500, la famosa Topolino, presentata nel 1936. Fino alla seconda guerra mondiale, si susseguirono diverse raccolte a premi ma terminato il conflitto, esse persero il loro fascino.

Come non ricordare le figurine dei prodotti Mira Lanza? Il fustino Ava era ambientato sopra una lavatrice e Kop vetri, vicino ad una finestra. I punti erano indicati con una cifra all’interno di un logo rosso.

Chi si ricorda l’Olandesina? Nel 1973, grazie ad un accordo con la Postal Market, l’azienda che aveva introdotto in Italia le vendite per corrispondenza, si potevano sommare i punti della mascotte Mariannina. Il valore delle Mariannine variava in base all’importo speso attraverso gli ordini da catalogo. Fu nel 1976 che le Mariannine, lasciarono il posto alla serie “Calimero e i monumenti d’Italia”. Il protagonista lo ricordiamo tutti, era un pulcino ideato dai fratelli Pagot e nel 1979, fu rimpiazzato dai viaggi dell’Olandesina. L’epoca delle figurine a punti, finì nel 1992 quando l’ultimo prodotto, Ava bucato a mano, smise di inserirle nelle confezioni. I punti si potevano ritagliare dalle confezioni, più economico per le aziende ma sicuramente meno affascinante. Si era perso il gusto della scoperta fatta infilando la mano dentro il detersivo in polvere.

Un ricordo affettuoso va al celebre carosello. Ogni sera, pubblicizzava vari prodotti, alcuni menzionati, mediante i cartoni animati o pance che sparivano. Dopo carosello era imperativo: i bambini a letto!

E adesso che non siamo più bambini, dopo aver fatto una passeggiata tra i ricordi, torniamo a fare zapping…

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