Marta era una pianista talentuosa, conosciuta per la sua capacità di far vibrare le corde dell’anima con ogni nota che suonava.
La musica era stata la sua vita, il suo rifugio, il suo modo di esprimere ciò che le parole non potevano.
Ma ora, a 82 anni, l’Alzheimer stava lentamente spegnendo quella melodia.
Ogni giorno, Marta si sedeva al suo pianoforte, le dita tremanti che cercavano di ricordare le note che una volta fluivano così facilmente.
Suo marito, Carlo, le stava sempre accanto, incoraggiandola con un sorriso e una carezza. “Prova questa, amore mio,” diceva, mettendo davanti a lei uno spartito di una delle sue composizioni preferite.
Marta guardava le note, cercando di decifrarle come se fossero un codice segreto. Le sue mani si muovevano lentamente sui tasti, producendo suoni incerti e frammentati.
Ma Carlo non si scoraggiava. Sapeva che, anche se la mente di Marta stava perdendo la sua presa sulla realtà, il suo cuore ricordava ancora la musica.
Un pomeriggio, mentre il sole tramontava, Carlo iniziò a suonare una melodia che Marta aveva composto molti anni prima.
Era una canzone d’amore, scritta per lui. Marta chiuse gli occhi, lasciando che la musica la avvolgesse. E poi, come per magia, le sue mani iniziarono a muoversi con sicurezza sui tasti, seguendo la melodia del suo cuore.
Per quei pochi minuti, il tempo sembrò fermarsi. La stanza si riempì di una musica dolce e malinconica, un ricordo tangibile del loro amore eterno.
Quando la canzone finì, Marta aprì gli occhi e guardò Carlo con un sorriso. “Ricordo,” sussurrò.
Carlo le prese la mano, sentendo le lacrime scendere sulle guance.
“Anche io, amore mio. Anche io.”
I girasoli di Clara.
Clara viveva in una piccola cittadina circondata da colline verdeggianti. Era conosciuta da tutti per la sua gentilezza e il suo amore per i fiori. La sua casa era un giardino fiorito, pieno di rose, margherite e girasoli.
Con il passare degli anni, Clara iniziò a notare che piccoli dettagli della sua vita quotidiana cominciavano a sfuggirle. A volte dimenticava dove aveva messo le chiavi o il nome di un vecchio amico.
All’inizio, queste erano solo piccole distrazioni, ma col tempo divennero sempre più frequenti. Un giorno, mentre stava innaffiando le sue piante, si rese conto di non ricordare il nome di una delle sue varietà preferite.
La demenza cominciava a farsi strada nella sua mente. Clara affrontò la situazione con dignità, ma la paura si insediò nel suo cuore. Nonostante tutto, cercò di mantenere la sua routine e di continuare a prendersi cura del suo giardino.
Ogni giorno, passava ore tra i fiori, trovando conforto nella loro bellezza e nel loro profumo.
I suoi figli, preoccupati per la sua salute, iniziarono a visitarla più spesso.
Cercarono di aiutarla, ma Clara sentiva che la sua indipendenza stava svanendo. Un giorno, durante una visita, sua figlia le chiese se volesse che la portassero a fare una passeggiata. Clara, con un sorriso triste, rispose: “Certo, ma solo se possiamo fermarci a vedere i girasoli.”
Mentre passeggiavano, Clara si fermò di fronte a un campo di girasoli, i cui volti gialli si giravano verso il sole. In quel momento, la sua memoria sembrò tornare per un attimo.
Si ricordò di quando, da giovane, andava a raccogliere fiori con sua madre. La gioia di quel ricordo la riempì, e per un attimo, il peso della demenza svanì.
Con il passare del tempo, Clara e la sua famiglia impararono a navigare insieme attraverso le sfide della malattia. I suoi figli iniziarono a raccontarle storie del passato, portando alla luce ricordi che pensava di aver dimenticato.
Ogni volta che Clara si perdeva in un momento di confusione, i fiori del suo giardino diventavano un rifugio, un modo per riconnettersi con la bellezza della vita.
Anche se la demenza progressivamente continuava a limitare le sue capacità, Clara trovò forza nella sua famiglia e nei suoi fiori. La vita, con tutte le sue sfide, continuava a fiorire intorno a lei, e così, giorno dopo giorno, Clara scoprì che anche nei momenti di oscurità, c’era sempre un raggio di sole.
Angela Amendola
La demenza senile è un tema di crescente rilevanza nella nostra società, soprattutto considerando l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei casi diagnosticati. Essa non rappresenta una singola malattia, ma piuttosto un insieme di sintomi che influenzano le funzioni cognitive, come la memoria, il pensiero e il comportamento. Tra le varie forme di demenza, l’Alzheimer è la più comune.
La demenza senile non tocca solo l’individuo che ne è affetto, ma anche i familiari e la comunità. La progressiva perdita delle capacità cognitive può portare a un isolamento sociale, a cambiamenti nelle dinamiche familiari e a una serie di sfide emotive.