Sergio Mattarella viene rieletto alla Presidenza della Repubblica Italiana con 759 voti.
Cosa dice di noi la stampa estera?
Intendiamoci…
Non che a me la cosa preoccupi più di tanto visto che ognuno – in casa sua – ha bei problemi di cui occuparsi e sui quali poter fare ”gustosa ironia”.
Vediamo comunque come le principali testate internazionali hanno rilanciato la notizia.
Tutti i giornali parlano di stabilità definendo gli ultimi circa sette giorni un teatrino fatto di divisioni tra forze politiche e che ha portato alla rielezione a Capo dello Stato di Mattarella il quale ha accettato di rimanere, come sottolineato nel suo discorso, «nell’interesse della Nazione».
E non dimenticando l’età di Mattarella, 80 anni e le sue 15 dichiarazioni di necessità di suo ritiro. «Non voleva un nuovo mandato ma è stato convinto a restare»…convinto?
80 e non dimostrarli! A me pare! … Perchè?
Perchè Mattarella è un DC della “vecchia guardia”. Uno di quelli che non parla a vanvera. Uno di quelli che si rende subito conto “di che aria tira” e che quindi è capace, con calma e stile, di prendere la decisione più utile per il Paese.
Non è un “leader” come questi degli anni ’20.
Chi parla come fosse da solo a determinare le sorti del Paese, chi propone “a raffica” nomi senza verificare prima la condivisione (tal Salvini), chi “non parla proprio”, come il PD di Letta, chi manda avanti un “improponibile Berlusconi” per poi osannarne il gesto responsabile di rinuncia, chi non capisce che forse Casini era l’unico possibile per le sue capacità, per la sua storia politica e perché altro ex DC…e magari adesso era il momento giusto per avere un Presidente donna.
Ma torniamo alla stampa estera.
Sergio Mattarella rieletto Presidente dell’Italia tra profonde divisioni, titola il Guardian.
Ha accettato per «senso di responsabilità», nota la BBC che pone l’accento sul voto «spesso teso».
BBC e Guardian osservano da parte loro come la conferma di Mattarella sia alla fine emersa come la “scelta parlamentare” più popolare, oltre le indicazioni di “presunti leader”, dopo votazioni che non sono riuscite a produrre un candidato alternativo.
Per il Financial Times solo il presidente uscente può permettere al «fragile Governo Draghi» di sopravvivere…bah… fragile? Secondo me mai forte più di adesso!
Mattarella era «l’unico in grado di garantire stabilità al “fragile” Governo Draghi perché potesse sopravvivere» e la sua conferma “soddisferà la business community italiana e i mercati internazionali, che hanno seguito da vicino gli eventi tremendi che un’elezione presidenziale disordinata e divisiva potesse far deragliare lo slancio di riforma del Paese”.
Per il New York Times Mattarella è un «guardrail» della «oscillante» democrazia nostrana e così “si preserva lo status quo”. Il Capo dello Stato ha guidato il Paese in «sette anni caotici in cui l’Italia ha oscillato da sinistra a destra, rappresentando – infatti – un guardrail della democrazia italiana»…insomma “pizza e mandolino”!
L’Italia è il maggiore beneficiario di fondi provenienti dal Recovery Fund dell’UE per 750 miliardi di euro, ma deve rispettare un ambizioso calendario di riforme per ottenere ogni tranche di fondi.
“Lo stesso Draghi” – nota il giornale – “era considerato un potenziale successore di Mattarella, ma si temeva che la sua ascesa alla presidenza potesse innescare il collasso del governo e spingere l’Italia alle elezioni anticipate”.
Il Washington Post definisce il rieletto presidente «riluttante» e cita la foto degli scatoloni e del trasloco pronto dal Quirinale postata nei giorni scorsi dal portavoce di Mattarella, Giovanni Grasso, su Twitter…incredibile come un gesto “normale e comune” possa diventare spunto per inappropriata ironia.
L’Italia «sceglie di mantenere gli stessi leader, evitando il caos politico. La frammentata classe politica italiana rielegge Sergio Mattarella come Capo dello Stato e mantiene Mario Draghi come Capo del Governo dopo una settimana di disordine», nota il Wall Street Journal.
Come al solito spietato (ma personalmente la cosa – ripeto e sottolineo – non interessa proprio, anzi…) il commento della testata tedesca Spiegel, che parla di «teatro dell’assurdo». Il settimanale di Amburgo tifava, come da più parti in Germania, per Mario Draghi al Colle più alto. «Per giorni hanno giocato d’azzardo e litigato. Ma ora tutto è rimasto come prima. Al primo ministro Mario Draghi non è stato permesso di diventare Capo di Stato».
«I partiti non hanno trovato soluzioni all’abisso istituzionale», scrivono in Spagna su El Paìs.
Quella di Mattarella è una scelta che permette al Paese di «proteggere la stabilità e figure come Draghi», aggiunge il giornale pubblicato a Madrid.
Tuttavia, nota anche La Vanguardia, «lo spettacolo di questa settimana è una sconfitta monumentale della politica italiana»…e su questo come non essere d’accordo!
«Non sono riusciti ad accordarsi e si sono rassegnati a lasciare tutto immutato fino alle prossime elezioni», aggiunge El Mundo che parla dell’«ultimo sacrificio di un uomo di Stato». Mattarella continuerà «alla guida di un Paese ingovernabile», titola poi un editoriale del quotidiano spagnolo controllato dal gruppo RCS per il quale il bis di Mattarella rappresenta «un sospiro di sollievo per il Paese, ma una sconfitta assoluta della politica». Una soluzione che serve a puntellare «ancora una volta un sistema antiquato e atrofizzato, incapace di risolvere i propri problemi».
E pure ABC parla di un esito «imbarazzante per il Parlamento».
«Il sacrificio dell’anziano Presidente presuppone, di rimbalzo, che tutto continui come prima nella politica italiana, compreso il Governo di concertazione di Mario Draghi».
Ora il risultato darà, in teoria, «qualche mese di stabilità al Paese»…opinioni…
Ma «non nasconde il nuovo grande fallimento della politica» e anzi «rivela in tutta la sua crudezza quanto il suo sistema istituzionale ormai superato e atrofizzato non sia più utile».
Perché il nostro Paese soffre «da molti decenni di ingovernabilità cronica».
El Confidencial collega la notizia alla questione della crisi in Ucraina: il «basso profilo sul piano diplomatico e il ruolo insignificante dell’industria italiana, lasciano al Paese al suo posto marginale tra i vip globali in contesti in cui – è la critica del giornale – il Governo non è riuscito a sedersi».
A questo commento personalmente darei “la coppa di Campioni della Idiozia”.
Infine in Cina: secondo il South China Morning Post il Presidente della Repubblica «ha accettato dopo che i partiti non sono riusciti a trovare un candidato alternativo reciprocamente accettabile in una settimana di voto difficile in Parlamento».
Anche qui il focus è sull’immobilismo e sul caos della politica italiana e dei suoi leader attuali.
Per la CGTN, canale in inglese del network statale CCTV, il nome di Mattarella è venuto a galla «al termine di una settimana tesa in cui i due principali blocchi (perché il Italia esistono due blocchi?) – centrosinistra e centrodestra – non sono riusciti a concordare una diversa soluzione comune».
La rielezione di Mattarella ha quindi rappresentato l’unica soluzione possibile di fronte alle «profonde fratture all’interno di entrambe le coalizioni».
E questi credo siano i commenti più pacati, rispettosi e seri.
Xinhua, Agenzia di Stato cinese, ricorda come, dopo un breve confronto con Draghi, Mattarella si sia reso disponibile per un secondo settennato, permettendo anche al Presidente del Consiglio di proseguire con l’impegnativo lavoro del suo esecutivo.
In conclusione «Vince l’Italia che ne guadagna in stabilità e credibilità sui mercati; perdono i partiti, rissosi, incapaci di trovare un’alternativa credibile e protagonisti di un «processo di voto parlamentare farsesco».
È praticamente unanime la lettura offerta dalla stampa estera alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, con molti degli opinionisti internazionali che si chiedono ora se le scorie accumulate in questa settimana, si trasferiranno sull’azione di Governo.
E, a parer mio, non è scontato che Mattarella intenda svolgere un intero mandato di sette anni perchè l’ottantenne Presidente potrebbe farsi da parte per consentire a Draghi di prendere il suo posto dopo le elezioni del 2023».
Già!
Le elezioni del 2023.
Confesso che in circa un anno dalle prossime elezioni, il lavoro da fare è immenso.
La politica italiana DEVE cambiare passo oppure le norme attuali vanno modificate.
O i Partiti diventano davvero tali (portatori di ideali, di soluzioni concrete, di Leggi e relativi comportamenti coerenti, di Sezioni aperte nei più remoti paesini della Repubblica in cui riunirsi dal vivo e discutere,…) oppure meglio eleggerlo direttamente il Presidente della Repubblica.
In ogni caso questa Italia sta crescendo a ritmi di quasi il 7% annuo e, checché ne dicano di noi, ANDREMO AVANTI… fatevene una ragione e magari date un “occhio” a Boris che fa le festicciole a Downing Street al grido “ognuno porti la sua bottiglia”… altro che Berlusconi!
Pino De Nicola
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