Ci vuole niente, a dire “ti amo”, ma amare è un’altra cosa…
(p.v.)
Quando il dio dell’entusiasmo, Dioniso, e quello dell’amore, Eros, decidono che devi innamorarti, ti innamori e basta.
E niente e nessuno riusciranno a distoglierti dal desiderio per la persona amata.
Se vogliamo dirla tutta, però, oltre alle due divinità di cui sopra, dobbiamo chiamare in causa anche la perversa Afrodite.
Pure lei, artefice degli innamoramenti, ma con un ruolo assolutamente particolare.
Ella, infatti, è colei che spinge gli innamorati a entrare in conflitto, costringendoli a scoprire l’una i difetti dell’altro e, dunque, a litigare fino a lasciarsi.
Il motivo?
Nessuna donna, mortale o dea, deve essere più bella e più amata di lei.
Questo “numinoso consesso“, decide dell’amore degli uomini: Eros, li fa incontrare e innamorare; Dioniso, infonde in loro l’entusiasmo divino, Pan, la furia erotica; Afrodite, li fa entrare in conflitto fino alla rottura.
Ecco, dal rapporto amoroso, gli innamorati, devono avere la forza di escludere Afrodite.
Come?
Accettandosi, soprattutto, per i loro difetti.
Anzi, dovremmo tutti imparare ad amarci con i nostri difetti.
Se ami i difetti dell’altra/o, allora sarà Amore.
Ma solo in quel caso.
Va bene dire ti amo, ma sarebbe meglio dire ti amo con tutti i tuoi difetti.
Ma ci vuole coraggio. O, forse, ci vuole soltanto e semplicemente Amore.
Pino Vitaliano
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