Incontro con Mimmo Cavallaro

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Da diversi anni c’è un cuore che pulsa, è quello di una Calabria che si riscatta anche attraverso le sue attività musicali folkloristiche.

E da più di venti anni c’è un piccolo borgo nella locride, Caulonia che fa da palcoscenico naturale a tutto questo e che è stato calcato negli anni dai migliori interpreti della musica world nazionale ed internazionale.

E il Re incontrastato di questa manifestazione il Kaulonia Taranta Festival è Mimmo Cavallaro, uno dei musicisti più affermati nella scena della musica popolare, interprete della nostra tradizione musicale.

I suoi componimenti affondando le radici su un importante lavoro di ricerca di testi e di canti che ancora vengono tramandati oralmente in Calabria da una generazione all’altra.

Lui che ha riempito le piazze di tutta Italia, ha contribuito a diffondere la cultura musicale calabrese nel mondo. Lo raggiungo telefonicamente per una piacevole chiacchierata tra conterranei.

Come e quando è nata la passione per la musica popolare calabrese?

Credo che la passione per la musica popolare in me sia nata da ragazzino, quando a Gozza una delle tante frazione di Caulonia (RC) dove sono nato e ho trascorso la mia infanzia e dove, per la prima volta, ho conosciuto la musica popolare, quella dei pastori e dei contadini del luogo. Gozza era una frazione distante 18 km dal paese, collegata al resto del territorio soltanto da impervie mulattiere che scendevano verso la marina. All’epoca non era servita dalla rete elettrica né da quella telefonica. Soltanto negli anni settanta venne istituito l’unico posto telefonico pubblico e alla fine degli ottanta arrivò la corrente elettrica. Mio nonno Pasquale era un suonatore di zampogna e spesso , specie nel periodo delle festività, suonava per allietarci. Anche i miei genitori, mentre lavoravano nei campi o si spostavano da un luogo ad un altro, cantavano le canzoni ad aria e che gli erano state trasmesse oralmente dalle generazioni passate .

Tanti giovani si sono avvicinati alla musica popolare calabrese. Non è più
considerata una musica d’altri tempi?

Oggi la musica popolare sta vivendo una nuova primavera. Tanti ragazzi hanno riscoperto il valore e la bellezza della musica dei territori. Una musica che ha una identità precisa e che rispecchia l’anima della gente semplice delle campagne e del mondo rurale. Una musica che diventa attuale e non si vergogna di mostrarsi al mondo per quello che è, con la sua genuina semplicità e con tutta la sua grande forza dirompente e comunicativa.

Le canzoni sono legate alla memoria dei più anziani o hai dovuto fare uno studio
approfondito?

Le canzoni che oggi fanno parte del mio repertorio sono in parte recuperate sul territorio, intervistando e registrando gli anziani detentori della cultura agro-pastorale del  passato, altre, invece, sono state scritte da me,  apportando elementi di novità ritmiche e melodiche , ma senza tradirne l’anima identitaria.

Organetto, lira calabrese tamburello , chitarra battente, organizzi corsi di questi
strumenti come recupero delle nostre tradizioni?

Da oltre vent’anni a Caulonia organizziamo il più importante festival di musica popolare del Sud Italia, dopo la notte della Taranta di Melpignano in Puglia . Durante le giornate del festival, che vede il paese riempirsi di appassionati provenienti da ogni parte d’Italia e non solo, si organizzano anche seminari e corsi sugli strumenti tradizionali e sulla danza, con la precisa finalità di trasmettere e far conoscere meglio ai giovani il valore della musica popolare e della tarantella in modo particolare .

Con te la musica calabrese ha superato i confini regionali e nazionali, qual è stata
la tua formula vincente?

In questi ultimi anni con i ragazzi della mia attuale band:
Andrea Simonetta, Gabriele Albanese, Silvio Ariotta, Francesco Carioti e Valentina
Donato, abbiamo lavorato tanto per innovare e dare alla tradizionale musica popolare una nuova immagine e con l’obiettivo di renderla più attrattiva e fruibile al gusto dei giovani . Il risultato è stato sorprendente. Oggi migliaia di ragazzi sono presenti nelle piazze ad assistere ai nostri concerti , sia che suoniamo in Calabria, in Italia o nel resto del mondo. Credo che non ci sia una formula precisa per spiegare tutto ciò, penso, invece, che il lavoro di cui parlavo prima, di innovazione rispettando l’anima identitaria della musica, abbia coinciso con le aspettative di migliaia di giovani e abbia reso possibile questa straordinaria avventura.

Tarantella e Taranta mi spieghi la differenza musicale e compositiva tra i due stili?

Le musiche del sud in genere provengono dallo stesso ceppo ritmico. Il terzinato è alla base della musica popolare in genere . In ogni regione la musica assume caratteristiche diverse sia dal punto di vista del tempo, del ritmo che melodico . Per esempio la differenza sostanziale tra la pizzica e la tarantella calabrese sta nel tempo. Nella pizzica molto più veloce che nel tarantella .

La tua musica coinvolge tantissimo i giovani tanto interesse è dovuto al ritmo o alla
riscoperta delle nostre radici?

Credo che l’interesse dei giovani verso la musica che proponiamo, sia dovuto a entrambe i quesiti che mi poni . Sia il ritmo ancestrale ipnotico e pulsante della tarantella e sia la voglia di avere un punto di riferimento identitario della propria storia e delle proprie origini. Oggi siamo fuscelli in balia della globalizzazione . Un fenomeno mosso da grandi interessi economici mondiali che tende a omologare o annullare le culture periferiche. Credo che tutto questo dai giovani in qualche modo venga avvertito come un pericolo, un violento modo di cancellare la storia e l’identità culturale della gente . La musica popolare diventa un mezzo espressivo di resistenza a tutto ciò ed ecco uno dei motivi che fa rinascere la voglia di riscoprirsi e confrontarsi con il resto del mondo anche attraverso il linguaggio della musica popolare e della tarantella .

In più di un’occasione ho assistito ai tuoi concerti ed è stato fantastico vedere
tutti i giovani ballare, possiamo considerare la tua musica una nuova dance per
loro?

Non so dirti come possiamo considerare la mia musica o in genere questo fenomeno che sicuramente andrebbe approfondito dal punto di vista sociologico, ma posso dirti con certezza che i giovani, i ragazzi, i meno giovani hanno tanta voglia di ritrovarsi nelle piazze dei nostri borghi per trascorrere del tempo in una situazione di festa, ascoltando e ballando la musica che sentono appartenere alla loro storia, alla loro terra e alla loro cultura. Una musica che fa sognare, che libera dalle tensioni quotidiane e che fa sperare in un mondo migliore.

L’ arrangiamento con strumenti della musica pop rock tipo basso ,batteria ecc
pensi che tolga qualcosa all’originalità delle composizioni autoctone?

Vedi, oggi bisogna distinguere chi fa musica popolare cercando di attenersi scrupolosamente ai canoni tradizionali e chi, come noi, mette al primo posto la ricerca e l’innovazione per trovare percorsi che possono portare la musica stessa a diventare più fruibile. Sia l’uno che l’altro modo di concepire la musica hanno la loro importanza in qualche modo penso siamo complementari.

Mimmo attualmente i confini tra la musica popolare, l’etnica, e il folclore sono sbiaditi, indefiniti, mi dai una definizione di queste categorie musicali?

Probabilmente non sono sbiaditi o meglio non ci sono mai stai confini marcati tra loro. In fondo sono generi che provengono dallo stesso mondo e che rappresentano la musica dei popoli. Quella musica che non proviene dai grandi compositori oppure dagli studi di eccelse accademie della musica, ma arriva direttamente dall’espressione genuina e spontanea della gente.

Hai girato con i tuoi tour non solo l’talia ma il mondo. Come sei stato accolto
oltre confini?

Le comunità Italiane ed in particolare quelle calabresi che vivono fuori dell’Italia, a causa del loro distacco dalla propria terra, vivono la loro vita con un grande senso di nostalgia costante verso i loro territori di origine. In ogni paese del mondo dove abbiamo avuto la fortuna di suonare e di incontrare quelle comunità abbiamo ricevuto sempre un’accoglienza straordinaria. Ci siamo sempre sentiti avvolti dal loro affetto e dalla loro cordialità. All’estero trovi ancora quella Calabria che da noi non c’è più, ritrovi il senso di appartenenza a una comunità, alla storia di un popolo legato alla famiglia e al lavoro, al sacrificio come mezzo per migliorare le proprie condizioni economiche e sociali, Ritrovi quella Calabria ospitale e accogliente e generosa e che sa sempre rimboccarsi le maniche per costruirsi un futuro migliore.

Sanremo è una vetrina musicale, hai mai pensato di partecipare o non rientra tra
i tuoi progetti futuri?

Sanremo è una grande vetrina per la musica Italia, ma che prevalentemente dà spazio alla musica leggera , sono stati pochi i casi in cui la musica popolare è stata accolta. Se un giorno dovessi avere l’opportunità di andarci, credo che lo farò con grande piacere e con senso di orgoglio di rappresentare la mia terra e per la sua musica.

Al Color fest eravamo in migliaia a ballare e cantare sulle note delle tue canzoni,
cosa che per un pò non potremo rifare. 

La partecipazione al Color Fest di Cortale è stata una grande botta di emozione incredibile . Ringrazio ancora gli organizzatori per averci invitato. Non mi ero mai trovato a suonare in un evento così ricco di colori , musica e alla presenza di una marea di ragazzi straordinari e pieni di tanta bella energia. 

Grazie Mimmo per la cordiale chiacchierata. Sono sicura che ci ritroveremo presto in una delle tante piazze della nostra meravigliosa regione a cantare, ballare, gioire tutti insieme sulle note dei tuoi componimenti.

Angela Amendola

https://www.youtube.com/watch?v=cnWdE9V-0yQ

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Pizzo Calabro: tra misteri e realtà

 

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