Quando frequentavo il ginnasio, accadeva spesso che trascorressi interi pomeriggi invernali con la nonna paterna attorno ad una “ruota” che conteneva un braciere su cui poggiavamo i piedi.
Mia nonna era orgogliosa di aver seguito gli studi ginnasiali, ma per le difficoltà economiche non aveva potuto continuare a studiare.
Lei era molto contenta quando, mentre io ripetevo, teneva il mio quaderno fra le mani, soprattutto se si trattava di latino e greco, anche se lei non ricordava nulla di queste lingue.
Io la coinvolgevo perché lei si inorgogliva.
Ogni tanto mi parlava di Dante perché voleva riportare alla memoria un verso famoso della Divina Commedia che aveva studiato e che non posso rivelare.
È un ricordo che è giusto rimanga con me.
Un pomeriggio accadde una cosa per lei molto grave perché il mio vocabolario di latino cadde nei carboni ardenti.
Mentre si disperava, io cercavo di recuperare ogni cosa.
Si bruciarono parzialmente solo i bordi di alcune pagine.
Conservo ancora gelosamente il mio vocabolario e quando lo sfoglio, mi capita spesso di incontrare quelle pagine bruciacchiate e il passato ritorna con un carico di emozioni.
È una ricchezza ricordare, soprattutto quando si è consapevoli che ci sono cose della nostra memoria che non cadranno mai nell’oblio.
Piera Messinese
Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente: