Il valzer delle incertezze

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Ci era stato detto che, per evitare l’avanzata del virus, sarebbe stato sufficiente rispettare alcune regole.

Siamo stati martellati da una campagna di sensibilizzazione che propagandava la necessità dell’uso della mascherina, del mantenimento della distanza di sicurezza di un metro, del lavaggio frequente delle mani, di evitare la permanenza nei luoghi chiusi, di realizzare, quindi, un ridimensionamento drastico della nostra vita sociale.

È passato un anno e nulla è cambiato.

Proviamo a fare, per sommi capi, il punto della situazione.

Attualmente, esiste, purtroppo, un numero alto di morti e ancora migliaia di contagi al giorno, come accadeva nel mese di marzo quando ci fu il lockdown.

Le mascherine chirurgiche sembra non siano sicure quanto le FFP2 o le FFP3.

E il Professore Remuzzi, che io stimo tanto e che ho avuto l’onore di intervistare (clicca qui per leggere l’intervista), ha consigliato, per una maggiore tutela della salute, di indossare due mascherine.

Abbiamo imparato che i luoghi chiusi sono pericolosi con o senza ricambio di aria.

Ma, adesso, c’è una novità: sappiamo pure che la distanza di sicurezza di un metro non è più sicura perché, secondo un autorevole studio coreano, i droplet rimangono sospesi in aria, per cui la distanza consigliata è di due metri.

Il tutto mentre nel mondo hanno fatto il loro ingresso le varianti perché il virus non è stupido, sa come deve difendersi per poter sopravvivere più a lungo.

Nel frattempo è iniziata la campagna di vaccinazione che fa acqua da tutte le parti e che deve scontrarsi anche con la diffidenza dei cittadini che si interrogano sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini.

Le primule ci sono, è vero, ma manca il resto perché tutt’intorno non c’è molta trasparenza.

Intanto non si è pensato di concentrare le forze, di creare una cabina di regia per monitorare le varie varianti.

È risaputo che ogni virus cambi il suo abito e che possa diventare più cattivo.

E il vaccino come reagirà alle nuove varianti?

Sembra che alcune varianti non minaccino la sua efficacia, ma non ci sono certezze per tutte le altre.
La politica italiana con il suo vecchio governo ha fatto le scelte, giuste o non giuste, condivisibili o meno, seguendo le indicazioni di un Comitato Tecnico Scientifico che è apparso sempre molto diviso al suo interno.

Lockdown generale, locale, si riapre tutto, o forse a metà, scuola aperta, in presenza o in dad,  mentre molti istituti scolastici chiudevano e chiudono tuttora da Nord a Sud per contagi. Inizia la passerella dei colori.

Ce n’è per tutti: si passa dal rosso al giallo, all’arancione, al verde, al bordò, fino a vedere uno spiraglio di luce con la possibilità di una Italia tutta bianca. Ma la libertà dal Covid è mera utopia.

Adesso la politica si presenta con un nuovo governo e il Comitato Tecnico Scientifico, pur mostrando ancora le sue divisioni, sembra mutare il suo atteggiamento permissivo. Si agitano venti di lockdown, ma l’incertezza regna sovrana.

Siamo stanchi, vorremmo conoscere fino in fondo la verità delle cose, vorremmo chiarezza. Ci hanno fatto credere in una normalità a portata di mano, ma abbiamo capito che la strada per la libertà è lunga e tortuosa.

Fino a che le regole rigide non saranno rispettate da tutti, fino a che ciascuno di noi non avrà maturato la necessità di rispettare il prossimo piuttosto che cedere alle spinte egoistiche e irresponsabili,  la guerra al virus non conoscerà un momento di tregua. Forse non abbiamo ancora capito che nessuno si salva da solo.

Piera Messinese

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Sono nata il 13 Novembre del 1966 a Lamezia Terme, in Calabria, ove risiedo. Sono sposata ed ho una figlia. Se dovessi scegliere un attributo che possa caratterizzarmi, questo sarebbe “eclettica”. Sono “governata da uno spirito fortemente versatile” che mi dà energia, per cui mi sento letteralmente assetata di nuovi stimoli. Sono innamorata della scrittura da sempre e la mia formazione classica ha contribuito a mantenere vivo in me tale sentimento. Grazie alla passione per i classici latini e greci in primis ed in seguito agli studi universitari in Medicina e Chirurgia, ho potuto rendere creativa la mia elasticità mentale. Ma “illo tempore fu il Sommo” a rubarmi il cuore e così “Galeotta fu la Divina". Amo, quindi, leggere e scrivere e ritengo che ciò sia fondamentale per la crescita di ogni individuo. Flaubert diceva: _”Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”… Sono Socia Fondatrice di “Accademia Edizioni ed Eventi”, Associazione culturale con sede a Roma che si occupa di cultura e di promuovere il talento. Scrivo su SCREPmagazine, rivista dell'Associazione, su cui curo varie rubriche.

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