Sono passati cento anni da quando i resti di un soldato, tra i tanti morti al fronte nella prima guerra mondiale, furono traslati al Vittoriano a Roma, diventato, per tutti, l’Altare della Patria e il monumento al Milite Ignoto.
Per onorare i soldati caduti in guerra, ad una apposita commissione fu assegnato il compito di trovare, nei luoghi in cui si si era combattuto in modo particolarmente cruento, una salma non identificabile e per questo “ignota”.
L’idea di onorare una salma sconosciuta risale al 1920 e fu voluta fortemente dal Generale Giulio Douhet. Il relativo Disegno di Legge fu presentato alla Camera nel 1921.
Vennero scelte 11 salme senza nome e di queste solo una sarebbe stata tumulata a Roma. Fu scelta una salma per ognuna delle seguenti zone del fronte: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.
Nella Basilica di Aquileia vennero allineate le bare e una madre, Mara Maddalena Biasizza di Gradisca di Isonzo, il cui figlio, Antonio Bergamas, era caduto in combattimento senza che il suo corpo potesse essere identificato, fu chiamata a scegliere quella per il Vittoriano.
Antonio, arruolato nelle file italiane sotto falso nome essendo suddito austro-ungarico, cadde in combattimento nel 1916. La salma dell’Ufficiale fu recuperata al termine del combattimento e tumulata. Il SottoTenente Antonio Bergamas fu ufficialmente dichiarato disperso quando un violento tiro di artiglieria sconvolse l’area ove era stato sepolto e, conseguentemente, non potendosi più riconoscere resti e sepoltura, l’Ufficiale fu giuridicamente dichiarato disperso.
Le altre dieci salme vennero sepolte ad Aquileia il 4 novembre nel cimitero della Basilica.
Le spoglie viaggiarono su un treno speciale, con soste di cinque minuti in ogni stazione mentre ali di folla si inginocchiavano al passaggio del feretro avvolto nella bandiera italiana e donne e bambini lanciavano fiori.
Il 2 novembre alla stazione Termini a Roma ad attendere il feretro c’era il Re.
Dopo una cerimonia religiosa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, la mattina del 4 novembre un lungo corteo accompagnò la salma per Via Nazionale fino a raggiungere il monumento di Piazza Venezia dove la bara fu tumulata sotto la statua alla Dea Roma.
Da allora la tomba del Milite Ignoto è sempre piantonata da due militari appartenenti alle diverse forze armate italiane a perenne memoria dei caduti italiani di ogni guerra.
Quel viaggio – prima celebrazione di un’Italia unita – è stato ripercorso quest’anno per il centenario da un treno storico, esatta riproduzione di quello che un secolo fa portò a Roma da Aquileia le spoglie del soldato senza nome, arrivando al binario 1 della stazione Termini.
Come allora, è stato accolto con gli onori e nel pomeriggio è stata celebrata la Santa Messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il «Treno della memoria» è stato realizzato dalla Fondazione Ferrovie dello Stato e sostenuto dai Ministeri della Cultura e della Difesa: «La formidabile ricostruzione è un modo per ribadire che le Ferrovie e il paese hanno sempre comminato fianco a fianco», ha detto l’AD di Ferrovie dello Stato Italiane Luigi Ferraris.
Al Milite Ignoto fu concessa la medaglia d’oro con questa motivazione:
“Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria“.
In occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria (Roma, 4 novembre 1921-2021), il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), ha avviato il progetto “Milite Ignoto, Cittadino d’Italia” per il conferimento della cittadinanza onoraria da parte di tutti i Comuni italiani.
L’iniziativa è sostenuta anche dal Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d’Arma (ASSOARMA).