Ed eccomi qui, come ogni anno ai primi di giugno, sdraiata sul lettino del solito stabilimento balneare a prendere il sole.
È una mattina in cui il caldo si fa sentire. Ho una lattina di tè in mano, gelata, per avere un po’ di refrigerio, ma so che fra poco andrò in acqua a rinfrescarmi.
La spiaggia è già piena di gente, mamme e bambini che come me sono scappati dalla città.
Le guardo nei loro costumi all’ultima moda e mi rendo conto che anche loro, come me, hanno impiegato del tempo a scegliere non solo i loro costumi ma anche i pareo, i cappellini, le borse, e le immancabili zeppe, accessori tutti abbinati.
Mentre cambiano i tempi e la società, la moda, inevitabilmente, si evolve. Basta pensare agli ultimi cento anni, per renderci conto di quanto siano diverse le nostre vite da quelle dei nostri nonni o bisnonni. Ne danno prova le vecchie foto, specie quelle scattate al mare, perchè abbiamo fatto fatica nel riconoscere come costumi da bagno, quello che le nostre nonne o bisnonne indossavano.
Ad esempio, secondo voi, il bikini quando è nato?
È questa una domanda difficile, perché se la nascita del bikini risale a poco più di 70 anni fa, sembra che già nel periodo romano del III sec. d.C. il bikini fosse in voga tra le fanciulle.
A dimostrarlo un mosaico ritrovato a Piazza Armerina (Sicilia) in cui sono raffigurate alcune donne che, coperte solo da una fascia sul seno e uno slip, giocano a palla.
La moda mare per come la intendiamo noi oggi, ha un passato recente. È solo a partire dal 1800 infatti che le donne cominciano a frequentare i bagni e a concedersi un tuffo per rinfrescarsi dalla calura. Interamente coperte da mantelli, uscite dall’acqua tornano alla loro mise quotidiana, vestiti leggeri in tinte chiare con l’immancabile parasole per evitare di abbronzarsi, pratica considerata tipica dei ceti più bassi.
Il vero e proprio costume da bagno è in realtà un pantalone morbido lungo fino al polpaccio abbinato a un abito ampio ma stretto in vita. È soltanto sul finire del XIX secolo che qualcosa inizia a cambiare: sparisce qualche centimetro di tessuto e comincia a prendere piede la moda a base di righe bianche e blu e scollatura sulla schiena.
La microfibra è un sogno ancora lontano, in quanto il tessuto dell’epoca è la flanella.
Ma la vanità è donna e anche le signore di quel tempo non sembrano voler rinunciare alla loro sensualità. I bustini vengono indossati sotto il costume per marcare il girovita, compaiono le prime gonne a palloncino e anche i pantaloni diventano più aderenti.
Nei primi anni del XX secolo, un accessorio da bagno che inizia a diventare meno utilizzato sono le calze. Contemporaneamente, comincia a prendere piede la moda della villeggiatura al mare portando a dei cambiamenti nella moda.
Le donne infatti ricercano più libertà, accentuano le scollature e trovano la comodità in costumi interi lunghi, ma aderenti. La lana rimane il tessuto più utilizzato perché, una volta bagnato, evita di lasciare intravedere qualcosa di troppo!
Non solo in spiaggia ma anche alle terme, le signore sfoggiano cappelli, cuffie da bagno, pizzi e ricami. Si avvicinano gli anni ’20 e il beachwear sembra destinato a una svolta significativa.
La femminilità non è più un tabù, le donne vogliono mostrare il loro corpo e quale migliore occasione se non al mare. Si ritaglia un angolo di popolarità il costume da bagno sportivo, senza maniche con gambe scoperte e scollature tonde sia sul décolleté, sia sul dorso.
Le fantasie abbondano e si mettono da parte la monotonia della tinta unita e delle righe per lasciare spazio a nuove grafiche geometriche e astratte.
L’abbronzatura viene finalmente sdoganata e prendere la tintarella diventa una passione anche per le donne borghesi. L’alta moda si interessa al mare e nascono i primi modelli in seta eleganti e raffinati disegnati da famosi stilisti.
Gli anni ’30 e i primi anni ’40, soprattutto a causa della guerra, rappresentano un momento di stasi per la moda. Eppure la spiaggia rimane un luogo di evasione e le coste italiane si popolano di bagnanti. Il desiderio di godere dei benefici del sole fa ‘restringere’ i costumi da bagno, cambiano i tessuti e la lana viene rimpiazzata o dal jersey o da altri materiali elasticizzati.
Le stampe floreali spopolano e la povertà scaturita dalla guerra, induce le donne a creare capi fai da te sempre più corti.
Una pietra miliare nella storia del costume da bagno viene posta nel 1946 quando a Parigi compare il primo bikini. Un capo che fa scandalo, le sue dimensioni ridotte lo rendono difficile da indossare e solo poche ragazze giudicate audaci e smaliziate cedono al suo fascino. Durante gli anni ’50 il due pezzi è ancora oggetto di vergogna al punto da rendere sanzionabile per oltraggio al pudore chi lo indossa.
È ancora l’epoca del costume intero con gonnellino e per le maggiorate c’è spazio per modelli fascianti con generose scollature a cuore.
L’eleganza di icone di stile come Marilyn o altre dive del cinema, diventa un modello per la gente comune che con una moda semplice emula i trend delle star: turbanti in spugna o cuffie con petali di gomma per proteggere i capelli, sandali con zeppe in corda e ballerine come Audrey Hepburn diventano le calzature della moda mare per eccellenza.
Siamo in pieno boom economico, gli anni ’60 determinano un punto di svolta: i tempi moderni sono finalmente alle porte.
E mentre Brigitte Bardot esibisce sensuali bikini, la moda si trasforma e il due pezzi diventa finalmente alla portata di tutti.
Nuove fantasie, colori, ricami e applicazioni e soprattutto rinnovamento nei tessuti. È il decennio della Lycra, il rivoluzionario materiale capace di asciugarsi velocemente, ed è anche il decennio che porta agli anni ’70, agli hippy e alla loro voglia di libertà.
Arrivano così i primi bikini con il reggiseno a triangolo e senza imbottitura spesso realizzati a crochet, gli slip lasciano sempre meno spazio all’immaginazione e anche l’utilizzo del monokini o topless che dir si voglia, inizia a diffondersi.
Dapprima considerato oltraggioso, al contrario piace alle ragazze che senza vergogna sfoggiano il loro ‘pezzo unico’ sulle spiagge del Belpaese.
Gli anni ’80 e ’90 sono caratterizzati da uno stile tutto americano. Dal continente a stelle e strisce arrivano infatti i bikini sgambati con un reggiseno sempre più striminzito e i costumi interi, perfetti per emulare le protagoniste di Baywatch: unico obiettivo, esaltare la femminilità.
Il nuovo millennio porta con sé nuove tendenze. Nasce il mix & match che consente di mescolare colori, modelli e fantasie così da creare bikini unici.
Inoltre, si ripropongono mode passate dal gusto vintage come lo slip a vita alta da vera pin-up. E quest’estate? In giro vedremo i costumi interi, ma con le maniche lunghe, chissà se avranno successo?
Sarà di sicuro un festival di stili e tendenze che ogni estate trasforma la spiaggia in una passerella dove esprimere la propria personalità.
Angela Amendola
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