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Ci vuole un fiore?

E il Signore li creò lenti e veloci.

E mise i lenti alla Sua Destra, sulla mano della ragione e mise i veloci alla Sua Sinistra, sulla mano del cuore.

Poi li lasciò liberi tutti insieme nel Nuovo Paradiso certo che sarebbero andati all’unisono verso le ragionevoli strade del cuore.

Il cuore che ti fa superare ogni lentezza se ami davvero, quello stesso cuore che ti fa ragionare più lentamente quando è meglio aspettare.

Poi arrivò il Perturbatore che ormai tanti chiamano Diavolo, Demonio, Angelo Nero… insomma fate un po’ voi…

Lui si mise fra la testa e il cuore e in quel campo di mezzo seminò invidia, presunzione, ignoranza, arroganza, stupidità…insomma tutte quelle “belle cose” che ormai ben conosciamo e quotidianamente viviamo attorno a noi, dentro di noi.

E da quel momento la distanza, seppur breve, fra testa e cuore, divenne lunga, piena di nebbie, indefinita, inutile da colmare.

Successe così che l’Umanità del Nuovo Paradiso si ammalò tutta e si isolò, ognuno nel proprio “labirinto” fatto di equilibri instabili se non di vere e proprie malattie mentali inconsapevoli seppur non asintomatiche…

Intelligenza addio; insignificanti neuroni castrati, gemme che cadono senza aprire morbidi fiori, poi frutti ed altri semi.

Il Nuovo Paradiso si trasformò così in un Vecchio Inferno fatto di storie al limite ma anche di quotidiane incomprensioni, di liti, di figli rovinati per sempre, di emaciati orsi polari che frugano nelle immondizie, di lattine per strada, di bambini soli in fuga, di laboratori in cui incapaci giocano con la nuova morte, di armi giustificate da una “Z”…

Inutili tentativi di guarigione di una malattia mentale ormai conclamata.

La religione, la filosofia, la politica, la famiglia, la società intera sulla strada del Vecchio Inferno senza alcun Messia, piccolo virus oppure Divino Amore, capace di resuscitare nulla e nessun sordocieco.

I lenti divennero presuntuosi, saccenti, irascibili, nevrotici, ossessivi pur di frenare i veloci.

I veloci divennero “bestie in gabbia”, leoni incatenati pronti a ruggire e graffiare pur di suscitare nuovi sentimenti capaci di rendere più veloci i lenti.

Fra di loro ormai solo l’opera del Perturbatore.

Strano crudo individuo che si insinua e si manifesta nel tranello del rimuginare, del riflettere oltre ogni limite, dell’elaborare fumosi sospetti, … il nuovo, grande, indiscusso vincitore su ogni sentimento, su ogni tentato percorso lungo quelle ragionevoli strade del cuore

Stamattina, Domenica delle Palme 2022, ho iniziato così dopo una notte passata per metà insonne.

Una di quelle notti che precedono l’anniversario del sesto anno passato senza mio padre, cittadino di un Mondo su cui aleggia una pesante sensazione di buio e di solitudine quasi da figlio unico, ormai e purtroppo, universale.

Un figlio unico che ha cercato da sempre “allegra compagnia lungo una qualunque strada del cuore” ad iniziare da quel fratellino morto – Donatino – e purtroppo mai conosciuto…senza mai riuscirci.

Ritorna, con questa guerra stupida, di nuovo una delle opere più riuscite del Perturbatore: il protagonismo, l’idea di valere da soli più di tanti altri magari messi insieme, l’egoismo, la sordità mentale…menzogne per giustificare e fuggire…armi per affermare!

Mio padre mi insegnò con l’esempio e non con le parole che per costruire una bella casa, forte, indistruttibile, serve prima di tutto un buon progetto (di nuova vita?)  poi un muratore in grado di capirlo quel progetto e di farlo realizzare senza risparmiare sui ferri e sul calcestruzzo perchè se no “prima o poi il ponte cade“, … ed infine una buona squadra di manovali ognuno col suo compito, maestri d’orchestra condotti in sintonia dal muratore, “il Mastro”.

Grazie all’opera del Perturbatore, oggi sono tutti progettisti, tutti capo cantiere, tutti scrittori, tutti poeti, tutti Presidenti, allenatori, tutti capaci di ammazzare donne e bambini con una firma di stilografica seduti a un tavolo chilometrico,  tutti onnipotenti scienziati capaci di “giocare” con nuovi “micro killer” …

L’esordio di Francesco Gabbani come conduttore in prima serata su Rai 1 è andato bene. Ci Vuole un Fiore, il programma, presentato insieme a Francesca Fialdini, è piaciuto al pubblico e la critica ha elogiato l’idea…ma poi tutti a casa ognuno nel proprio MEGA-SUV e “ascolti più bassi di quanto atteso” nonostante il tema davvero importante…un FIASCO?

Eppure le risposte sono tutte nella Natura (Nuovo Paradiso), la Grande Madre che non produce mele come cocomeri o termitai a punta in giù, che non produce bottiglie di plastica ma argilla con cui è possibile fare brocche (quel FIASCO in cui da piccolo vedevo i mietitori nei campi bere vino sempre freddo nonostante il sole d’Agosto), le stesse che oggi, facendo una ricerca in web, qualche sito fatto da “millennials” definisce “bizzarre terracotte dal collo stretto”…

Quella natura che produce legna per farci cassette in cui mettere “frutta vera“, oggi tristemente “definita biologica”…

Quella infanzia fatta di “mattoncini Lego” per costruire, per collegare la mente ed il cuore con quella strana e meravigliosa “corda” chiamata creatività, l’unica che davvero ci potrà salvare, giocando, costruendo, sperimentando, “allenando neuroni” e bevendo acqua fresca da “VERI FIASCHI”…

Pino De Nicola … appuntamento al prossimo Editoriale del WE…intanto, se ti va, clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente. Grazie.

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