Alla fine degli anni ’70 e inizio anni ’80, l’Italia fu invasa da cartoni animati che erano diversi da quelli Disney e Hanna Barbera.
Non erano granché come stile di disegno perché era diverso il modo di lavorare dei disegnatori.
Quello che tutti vedevamo è che erano cambiate le trame delle storie, diventate piene di situazioni molto tristi e pieni di angoscia. I cartoni avevano come protagonisti orfani, famiglie disagiate, protagonisti malati.
Ciò che saltava ai nostri occhi era che, le storie dei piccoli protagonisti dei cartoni facevano piangere e commuovere anche noi adulti.
Figuriamoci i bambini che, lasciati spesso da soli davanti lo schermo, sicuramente non capivano il perché di quella sofferenza e tutto questo restava impresso in loro. Ma a quei tempi non ci pensava nessuno, nessun psichiatra infantile o psicologo, o semplicemente i genitori si sono mai chiesti sullo stato d’animo dei bambini.I pianti, la tristezza erano la componente principale di questi cartoni animati.
La lista di cartoni risalenti a quegli anni è lunga. Da Candy Candy, Heidi, Anna dai capelli rossi, lo scenario di questi cartoni è un mondo dove i protagonisti sono pieni di problemi, orfani, poveri. Uno o entrambi i genitori morti non era sufficiente.
Doveva esserci un orfanotrofio, dove subivi angherie terribili.
I cartoni più visti in quegli anni erano questi:
Candy Candy, anime trasmesso in Italia nel 1980. E’ forse il cartone più famoso a tema “tristezza”. Candy è orfana e vive nell’orfanotrofio “Casa di Pony”. E già questo potrebbe bastare. Poi però quando le cose cominciano a girare bene muore Anthony, il suo primo e grande amore ed è costretta a lasciare Terence per evitare che un’altra ragazza di suicidi per lui.
In tutto ciò a corollario ci sono vecchi amici che muoiono nei combattimenti della Prima Guerra Mondiale.
Sui monti con Annette, trasmessa in Italia nel 1985.
Annette vive un’infanzia spensierata, che però dura poco. La vigilia di Natale, sua madre Francine muore dando alla luce il fratellino Dany. La bambina lascia la scuola per occuparsi di lui. Tutto qui? No. L’amato fratellino cade in un dirupo e per tutta la vita dovrà usare delle stampelle.
Anna dai capelli rossi. trasmesso in Italia nel 1980.
Anna rimane orfana a tre mesi, poi all’età di 8 anni perde il primo padre adottivo che viene travolto da un treno, e poco dopo il secondo padre adottivo e finisce in un orfanotrofio.
Qui altra botta di fortuna viene adottata e comincia un vita più o meno felice. Però poi il terzo padre adottivo muore d’infarto per il fallimento di una banca, e la madre è molto malata, quindi Anna decide di rinunciare ai suoi sogni e di prendersi cura di lei.
Polyanna, trasmessa in Italia nel 1987.
Bambina, orfana di madre, perde ben presto anche il padre. Va a vivere dalla zia Polly, viene investita da una carrozza e rimane paralizzata. Incontra però un medico che la rimette in piedi e che diventa pure il compagno della zia. Tutto apposto? No, un terribile incidente e le due rimangono di nuovo sole.
Heidi, prima tv italiana 1978.
prima tv italiana 1978. Non ha bisogno di nessun recap. Orfana, vive isolata col nonno burbero. Quando la riportano alla civiltà viene ” bullizzata” dalla signorina Rottenmaier e la sua migliore amica è bloccata su una sedia a rotelle.
Lady Oscar, prima tv italiana nel 1982.
Il fatto che il padre non accettasse di avere una figlia femmina già potrebbe bastare. Ma Oscar oltre a dover negare per tutta la sua vita la sua identità sessuale si ritrova pure ad ammalarsi di tisi giovanissima.
Fortuna che il terribile morbo non ha tempo di debilitarla perché ad ucciderla ci pensano le pallottole durante l’assalto alla Bastiglia.
Georgie…
La prima tv italiana nel 1984. Orfana, perde il padre adottivo quasi subito, la madre adottiva non la sopporta. I fratellastri si innamorano di lei e si mettono l’uno contro l’altro. Lei si innamora di un damerino che però è promesso ad un’altra.
Uno dei due fratellastri viene rapito e drogato, l’altro morirà.
Milly un giorno dopo l’altro.
La prima tv italiana nel 1989. La piccola Milly è da sola,ritrova il padre, ma perde in contemporanea la madre. Il padre poi cade in disgrazia (è un nobile in difficoltà economiche) e per risanare i debiti la piccola è costretta a sopportare una terribile possibile matrigna. Il matrimonio di comodo viene per fortuna evitato, ma Milly si dovrà separare dalla sorella tanto amata e alla fine dovrà subire il mobbing delle compagne della scuola di equitazione.
Remì, la prima tv italiana 1980.
Il piccolo Remì viene rapito quando è ancora in fasce. Viene cresciuto da una famiglia modesta che però cade nella miseria più nera in seguito ad un infortunio sul lavoro. Remì comincia a lavorare come artista ambulante con il signor Vitali, che però prima finisce in carcere e poi muore. Remì viene accolto da un’altra famiglia, ma pure qui le cose non vanno bene: una grandinata distrugge la serra e cadono in disgrazia pure questi. Prima della fine del cartone c’è il tempo per un secondo rapimento di Remì.
Charlott, la prima tv italiana nel1980.
Charlotte Montbarn ha 12 anni e vive col padre Andrè in Canada. Il giorno del suo compleanno scopre che la madre non è morta come aveva sempre creduto, ma sta arrivando dalla Francia per riunirsi a loro.
La donna, mai accettata dal nonno di Charlotte, il duca Montbarn, era stata costretta ad abbandonare la famiglia.
Immancabile la terribile tempesta che provoca l’affondamento della sua nave e della barca che il marito Andrè stava utilizzando per tentare un disperato salvataggio della moglie.
E così, “in un amen”, Charlotte si ritrova orfana a gestire la fattoria.
Un giorno arriva lo zio Albert, che le propone di andare con lui in Francia a casa del nonno e della madre, che non è morta, ma ha fatto ritorno a Parigi.
Charlotte acconsente a partire, ma scopre di essere stata ingannata. Altri e frequentissimi disagi in Francia accompagnano le sue avventure fino a ritrovare la madre perduta, per poi tornare con lei in Canada e affrontare nuove avversità.
Peline Story…
Trasmesso per la prima volta in Italia nel 1980. Siamo in Bosnia, all’indomani della morte del padre, Peline (13 anni) e sua madre sono in viaggio verso Parigi. In agosto, dopo altri cinque mesi raggiungono la meta, ma la donna, debilitata per il viaggio e le privazioni muore, nonostante la figlia abbia venduto tutto ciò che possedevano (pure l’asino) per acquistare le medicine.
Prima di morire la madre rivela a Peline l’amara verità: suo nonno paterno era stato da sempre contrario al matrimonio tra i genitori di Peline e rifiutava la madre. Peline affronta a piedi gli ultimi 150 km di viaggio, sola, disperata e senza soldi, rischiando di morire di stenti, ma finalmente raggiunge Maroucourt.
Lì riesce a farsi assumere come operaia nella fabbrica del nonno (che attende il ritorno del figlio Edmond non sapendo che è morto) senza svelare la sua identità.
La storia di Peline, curiosamente, ha un epilogo positivo. La giovane ritroverà l’affetto del nonno e lei cercherà persino di migliorare le condizioni lavorative delle donne della fabbrica.
Lovely Sara, cartoon trasmesso in Italia nel 1986.
Sara ha dieci anni ed appartiene ad una ricca famiglia inglese. E’ orfana di madre e il padre la manda a studiare in un rinomato collegio. Solo che poi muore pure il padre, e come se non bastasse, muore senza lasciare nulla in eredità alla figlia. Rimasta sola e povera si ritrova a lavorare nell’istituto come sguattera.
Facendo le dovute proporzioni, se non eri orfano difficilmente potevi diventare il protagonista di un anime negli anni Ottanta.
Candy Candy ci ha rovinate, perché a causa sua, siamo tutte un po’ crocerossine. Ma che cos’è la sindrome da crocerossina? È quell’insieme di comportamenti caratterizzante donne molto accudenti e protettive, il cui obiettivo è quello di compiacere, gratificare e giustificare l’altro, anche a costo di sacrificare i propri bisogni e di perdere se stesse.
La crocerossina si dedica completamente a chi ama e dedica ad essa tutto il suo tempo e tutta la sua attenzione, mettendo in secondo piano le proprie esigenze.
Non finisce qui perché le Candy Candy non si innamorano di certo del bravo ragazzo, al contrario, si innamorano di uomini problematici, che le agganciano con le storie strappalacrime del loro passato.
Storie vere, presunte o gonfiate, con le quali vanno a sollecitare lo spirito da crocerossina della compagna, vanno a stimolare un sentimento di pena, di pietà, di compassione e così la Candy Candy parte a razzo con il “io ti salverò, io ti aiuterò”.
Angela Amendola
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