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I Templari – una storia ancora viva

I Templari continuano ad affascinare l’Europa. Questo grande ordine considerato da tutti come il braccio armato della Chiesa, non disdegnava di interessarsi di affari.

Il fenomeno “Templari”, emerge dallo scenario delle Crociate, domina il Medio Evo con la costruzione delle grandi cattedrali, dei pellegrini itineranti verso Chartres, Reims, Santiago de Compostela, itinerario affollato di angeli, demoni e predoni.

In questo scenario nell’anno 1119, alcuni nobili cavalieri “pieni di devozione per Dio”, decisero di vivere per sempre secondo le consuetudini delle regole dei canonici, osservando l’obbedienza, la castità e rifiutando ogni proprietà.

A guidarlo furono Ugo di Payns e Goffredo di Saint Omer. Con cerimonia solenne davanti al patriarca di Gerusalemme, si impegnarono “a difendere i pellegrini contro i briganti delle strade”, vestiti da laici e vivendo di elemosine.

La loro condizone impietosì il patriarca che, vedendo così pieni di amore per Cristo, concesse loro dei benefici e delle proprietà e li alloggiò nel suo palazzo presso il Tempio.

Il nuovo ordine sembra fondere in una sola figura il monaco e il guerriero, tant’è che Bernardo di Chiaravalle ne comprende la forza, sia militare che spirituale e la celebra nella sua “De laude novae militia” .

Papa Innocenzo li chiamava difensori di Cristo e avversari dei suoi nemiici. La forza dei Templari aumentò così a dismisura, ricevevano donazioni da ogni parte d’Europa e divennero un imponente esercito che incominciò a impensierire qualche sovrano e forse anche lo stesso Papa.

In Terra Santa i pellegrini erano tranquilli nei loro spostamenti; sapevano che i Templari vegliavano su di loro.

Ma oltre alla protezione dei pellegrini, si cimentarono a combattere i Turchi. Il Re Luigi VII quando li vide in azione, ne fu ammirato e volle che i Templari fossero imitati e che nei peggiori frangenti tutti dovessero unirsi a loro per costituire una forza invincibile.

A partire dalla seconda metà del scolo Xii, i Templari si trovarono impegnati sul piano militare, tutto ciò fu di detrimento alla figura del monaco, a vantaggio sempre più della figura del guerriero. Nel 1187, Gerusalemme cadde in mano al Saladino e le donazioni cominciarono a diminuire.

Inoltre altri ordini si erano messi in concorrenza con i Templari, mentre cresceva la maldicenza e si infittivano i sospetti sui cavalieri del Tempio. Nel 1292 a Reims un’assemblea di vescovi prospettò l’eventualità di confiscare i beni dell’ordine.

La figura del cavaliere subì uno scossone identificandola non più nel monaco guerriero, ma nell’avventuriero che accumulava ricchezze.

In Francia alcuni consiglieri del Re crearono un dossier che suonava come un’accusa implacabile contro i cavalieri. Il Gran Maestro Giacomo De Molay, indignato, chiese aiuto al pontefice.

Ma Clemente V non si espose e non osò sfidare il Re di Francia. Questi, bramoso di impossessarsi dei beni dei cavalieri, ne ordinò l’arresto. De Molay venne bruciato vivo nel 1314 e con lui fini la storia Templare.

 

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