Non è un bel periodo per molto bambini nel mondo. Perché tanta malvagità e disumanità domina nel mondo. In queste ultime settimane abbiamo notizia di centinaia di bambini uccisi, la striscia di Gaza ne conta più di 5000 e ancora prima, decine e decine sono stati i bambini uccisi nelle loro case in Israele. Eppure noi che viviamo in questa parte del mondo, continuiamo la nostra vita quotidiana, come se nulla di tutto questo scuotesse le nostre vite. È molto doloroso vedere che a pagare con la vita sono sempre i bambini, eppure la vita di ogni bambino ,di qualunque latitudine terrestre, è sacra. Insieme alle notizie di bambini morti nei territori di guerra, di siriani, di ucraini, c’è una storia che mi toglie il fiato. Perché faccio fatica a comprendere come si possa operare una scelta così drastica su una fragile vita, come quella di una bimba di otto mesi che dovrebbe avere il diritto di continuare a vivere, nonostante le speranze per sopravvivere siano flebili. Mi riferisco alla piccola Indi e a chi dà il diritto di scegliere, passando sopra il dolore dei genitori, le sorti della vita di una povera creatura innocente…
Sí, è vero, Indi ha una malattia grave, incurabile e che è destinata a spegnere la sua breve esistenza, ma perché togliere crudelmente la speranza che anima tutto l’amore dei suoi genitori?
Ogni vita merita rispetto, deve essere curata e accolta con amore, sia che riguardi le persona ammalate e sia le persone sane. La piccola Indi ha diritto alla speranza.
Indi Gregory è stata trasferita nell’hospice.
“Sopravvissuta all’estubazione, respira con la mascherina” questo significa che ora morirà di sete e di fame.
Questo non è accanimento terapeutico ma peggio, è omicidio di Stato perché non vengono forniti gli “elementi base” per la sopravvivenza, nemmeno se la bimba fosse sana.
“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere (Mt.35,42)
Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,45)
Già in Belgio, una legge aveva stabilito che l’eutanasia si doveva applicare anche ai minori con malattie terminali. E ai neonati. Lo scandalo fu enorme, almeno così sembrò. Una legislazione unica nel suo genere, che già all’epoca aveva fatto parlare di sé. Anche se la vicina Olanda aveva già un “protocollo” simile. Sette anni dopo, in Belgio e Olanda,l’eutanasia dei bambini non fa più nemmeno notizia. E’ diventata prassi. Il quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad racconta che sei bambini su dieci muoiono prima di compiere un anno a causa di una decisione consapevole di porre fine alla loro vita.
Angela Amendola