Fumìna è Švèlto, in viaggio sull’Olimpo.
Fumìna é Švèlto, con le nuvole amano giocare,
e cercano di capire a cosa possono assomigliare.
Ma un giorno in particolare,
dopo un forte temporale,
sono attratti da una nuvola particolare.
Švèlto si alza in volo curioso,
davanti a lui uno spettacolo strepitoso.
Da Fumìna torna in picchiata,
l’afferra per farle dare una sbirciata.
Provano a camminare sulla nuvola,
quando sembra di udire qualcuno che brontola.
Un personaggio alquanto arrabbiato,
da tuoni e fulmini è circondato.
Come nota i due piccoli amici li ferma,
lancia davanti ai loro piedi, una saetta.
“Sono Zeus, capo degli Dei e dell’Olimpo,
come siete riusciti a raggiungere questo limbo?”
I nostri amici provano a rispondere,
ma nessuna parola riescono a diffondere.
“Avete forse perso la parola?
Voglio una risposta ora”
Il nostro amico prende il volo risoluto,
è una divinità anche Švèlto!
Riesce a farlo sorridere,
e così a sopravvivere.
Si sa, quando Zeus si arrabbia,
con un fulmine scarica la sua rabbia!
Non lo si può certo contraddire,
e meglio non aver niente da ridire.
Con il suo fulmine in mano,
ora Zeus è lontano,
possono riprendere il cammino piano piano.
“Come osate presentarvi,
siete anche senza armi.”
Fumìna è Švèlto sono esterrefatti,
non riescono a spiegarsi l’evento di questi fatti.
Sono incantati dalla bellezza della donna che li ha fermati,
la sua bellezza è sopraffatta da un velo di forza e coraggio divinizzati.
Ora è lei stessa che si presenta:
Artemide, figlia di Zeus, in tutta la sua magnificenza.
Gemella di Apollo, Dio della luce solare,
lei è scelta come la Dea lunare.
Protettrice della caccia,
e tutto ciò che riguarda la natura selvaggia.
Dea forte e coraggiosa che difende,
bambini e anche l’ambiente.
Sul suo capo risplende una luna,
che rappresenta la sua natura.
Siamo un tutt’uno con l’ambiente e ci invita a fare attenzione,
salvaguardarlo e rispettarlo con buona intenzione.
Ora li saluta e si allontana,
mentre loro son distratti da una rana.
Al prossimo incontro sullOlimpo,
con Fumìna é Švèlto.
Simona Trunzo
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