Egon Schiele (parte prima)

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EGON SCHIELE (parte prima)

“Donna seduta con un ginocchio piegato”

Guazzo, acquerello e matita nera su carta, 46 x 30 cm.

Museo di Národní Galerie, Praga.

E’ uno dei più famosi dipinti di Egon Schiele, uno dei massimi esponenti dell’espressionismo del primo Novecento.

Schiele nasce aTulln nel 1890, un piccolo paese austriaco nei pressi di Vienna.

A quindici la sua infanzia subisce una drammatica svolta quando suo padre Adolf muore di sifilide.

Con la morte del genitore, il giovane viene infatti affidato allo zio paterno che ne riconosce il talento artistico e lo fa iscrivere all’Accademia di Belle Arti di Vienna.

Nel 1914 conosce Edith Harms, sua futura moglie.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale viene chiamato alle armi, ma ciò non gli impedisce di continuare a lavorare con impegno febbrile e costruttivo.

Infatti nel periodo bellico risalgono alcuni dei suoi dipinti più intensi e famosi.

Nel 1917 partecipa con grande successo a varie mostre in Europa.

Il 28 ottobre 1918 in seguito ad un’epidemia di febbre spagnola che investe Vienna, muore la giovane moglie Edith.

Il pittore anch’egli drammaticamente febbricitante, dopo soli tre giorni muore.

Schiele è, con Klimt e Kokoska, uno dei più importanti artisti austriaci di sempre. Esponente di spicco dell’Espressionismo, è stato anche un pittore e un incisore prolifico.

Inizialmente Schiele attinge dal decorativismo di Klimt, in una visione del mondo in cui tutto è destinato alla decadenza.

L’artista scava nei propri personaggi per mettere a nudo la sua anima altamente tormentata, proiettando autobiograficamente in essi le stesse inquietudini.

Nonostante la breve esistenza, l’artista austriaco dipinge moltissime scene dove la presenza esplicita della sfera sessuale è la vera protagonista.

Opere che lo portano addirittura in carcere con l’accusa di oscenità.

“DONNA SEDUTA CON UN GINOCCHIO PIEGATO”

La modella prende possesso della scena in un atteggiamento disinvolto, emotivo e carico di intenso erotismo

Il suo sguardo è rivolto frontalmente, consapevole di essere ritratta.

Protagonista di questo dipinto è Valerie Neuzil meglio conosciuta come Wally, una giovane donna ritrattata in numerosi altri dipinti dall’artista austriaco.

Schiele la incontrò per la prima volta nel 1911 all’età di 21 anni quando lei era appena una diciassettenne, per poi diventare la sua amante e modella per diversi anni.

Wally viene immortalata seduta in una posizione informale da Schiele, come una donna dalla bellezza disarmante.

La sua chioma rossa avvolgente e gli occhi verdi come la camicetta invitano lo spettatore ad entrare nel vivo dell’opera d’arte.

I lineamenti scabri, le mani angosciosamente contratte sulla caviglia e il collo contorto, contribuiscono ad accentuare l’attenzione verso la sua identità interiore psicologica.

I colori accesi si alternano tra varie tonalità, mentre i contorni definiti e le sfumature ricorrenti rendono il quadro reale e spontaneo.

Il dipinto è espresso con nuda brutalità, come ritroviamo spesso nelle figure ritratte da Egon Schiele, perché i sentimenti umani più diversi sembrano traboccare dagli uomini e dalle donne raffigurati dall’artista.

CONCLUDENDO:

L’opera è la sintesi della sensazione umana raccontata da Schiele sulla tela.

Infatti “Donna seduta con un ginocchio piegato” di Schiele è anche la storia di questo suo amore travagliato.

Dopo varie pose, con il passare del tempo, i due giovani si innamorarono perdutamente.

La coppia si trasferì in campagna per cercare nuove ispirazioni, ma ovunque andassero i numerosi pregiudizi della gente, contadina e puritana, li costringevano a scappare.

Dopo una serie di difficoltà economiche, per rimettersi in sesto Schiele fu costretto ad abbandonare Valerie per sposare una benestante dell’alta società.

Wally aveva sofferto molto per la separazione ma si era rifiutata di essere soltanto un’amante.

Il desiderio di possedere comunque Wally, nonostante le nozze con Valerie Neuzil, sfocera’ incessantemente nei suoi dipinti.

E il dolore per il distacco dalla sua amante dalla “chioma rossa” rimarrà eternamente fissato in questo capolavoro di Egon Schiele.

Bruno Vergani

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