Cosa sono le Reborn dolls?

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Cosa sono le reborn dolls?
Sono bambole al posto di neonati, «mamme» convinte di crescere figli in carne ossa e baby-sitter scelte per accudire manichini.
Bambole che sembrano neonati, nel peso e nelle dimensioni. Bambole da vestire e sistemare. Bambole che tengono compagnia. Bambole da coccolare. Bambole che riempiono il vuoto di un figlio mai arrivato o concepito e ucciso con l’aborto.

Ma quel che bambola è, bambola rimane. Anche se la si chiama “Reborn“, ossia “rinata”, non sarà mai altro che un surrogato inanimato di un bambino vero.
Le Reborn Dolls, sono l’ultima follia nata dal web. Si tratta di pupazzi, somiglianti in tutto e per tutto a dei bebè, che vengono trattati da migliaia di donne come fossero bambini reali. Li portano al parco giochi, cambiano loro i pannolini, fanno loro il bagnetto e sui social si scambiano opinioni su come vestire e acconciare i bambolotti iperrealistici. Il fenomeno, nato negli Stati Uniti è esploso negli ultimi anni anche nel nostro Paese.

Ad accendere i riflettori sulla questione è stato un blogger che ha ripreso mesi fa, con ironia, alcuni post del gruppo segreto su Facebook «Il mio bimbo speciale». Nel gruppo si leggono testimonianze incredibili, c’è chi compra vere pappe per bebè, chi usa la Nutella per simulare la pupù al parco, chi ha tentato di ingaggiare una tata per la propria bambola e chi ha lanciato l’allarme in un centro commerciale dopo aver dimenticato la «piccola» in auto sotto il sole. Un’utente scrive ancora: «Siamo andati al parco con la carrozzina e poi mi è venuta l’idea di portarlo dal medico di base. Nella sala d’attesa mi hanno fatto tutti i complimenti per come fosse buono e dormisse sereno. Poco prima del mio turno ho finto una chiamata e sono uscita.
Le «Reborn Dolls» nascono negli Stati Uniti all’inizio degli anni Novanta e inizialmente venivano acquistate da un pubblico di collezionisti. Realizzate da artigiani interamente a mano, le bambole sono delle opere uniche e iperrealistiche. Un singolo pezzo può costare da un minimo di 500 euro fino a un massimo di 20 mila euro. Al tatto le bambole risultano morbide e di frequente vengono inseriti sulla testa dei pupazzi i capelli veri. Va anche di moda posizionare un magnete all’interno della loro bocca per far si che trattengano ciucci e biberon.
Da alcuni il fenomeno della bambole Reborn viene visto come un semplice “gioco”, innocuo, e chi si dedica a questo mercato viene quasi paragonato a un filantropo, che compie un atto di generosità. Lo stesso ragionamento proposto quando si parla di aborto, di adozioni gay o di utero in affitto.Tra bambole che fungono da figli, bambini creati in laboratorio (magari da tre “genitori”, per non farsi mancare nulla) o comodamente ordinati e comprati con l’utero in affitto, bambini uccisi prima e dopo la nascita, gravidanze ricercate oltre i limiti della natura e con un sacrificio di vite ,droga libera, eutanasia già per minorenni, ceneri nelle urne da tenere in casa, persone che si fanno congelare nella speranza di “risuscitare”, oramai tutte le aberrazioni sono diventate realtà.
Abbiamo ogni cosa, ma abbiamo perso la nostra umanità. E, forse, se ci si riflettesse un attimo, si arriverebbe a capire che anche il fenomeno delle bambole Reborn altro non è che l’ennesimo richiamo a tornare a scoprire il valore della generatività, del donarsi e di accogliere, di dare speranza al futuro. Ma un futuro che passa dalla vita reale, perché tutte le finzioni contro natura della modernità sono un castello di carte destinato a crollare. E crollerà.

Angela Amendola

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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