Comunque vada saranno… “Brividi”

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Il teatro Ariston di Sanremo, luogo fisico che ospita la kermesse musicale più attesa e discussa dell’anno (e da qualcuno persino detestata al punto tale da implorare il Cielo che il tempo delle intere cinque serate trascorra in un lampo), ha ufficialmente schiuso i suoi battenti nella giornata di martedì primo Febbraio.

Siamo ormai abituati all’ inconfutabile evidenza che il vero e proprio ascolto dei brani, ovvero tutto ciò che dovrebbe di norma rappresentare la priorità assoluta per lo spettatore incuriosito ed affamato di musica, debba quasi tristemente ed ingiustamente fare i severissimi conti con un’interminabile serie di considerazioni e di pettegolezzi che riguarda l’ampio “panorama” di contorno.

Ma pare proprio che, le caratteristiche di questa routinaria modalità di approccio alla celebre manifestazione, siano state messe fortemente in discussione da un particolare tutt’altro che marginale.

Per la prima volta in assoluto, nella storia del Festival di Sanremo, abbiamo avuto modo di assistere ad una performance assolutamente desueta e totalmente avulsa dagli schemi tradizionali.

Infatti, una bellissima e struggente canzone d’amore, è stata magistralmente interpretata sul palco dell’Ariston da due uomini.

Il classico duetto per eccellenza, che vede da più da settant’anni la compresenza sognante e romantica di due performers di sesso opposto, ha lasciato spazio alla rivoluzionaria possibilità che il concetto di amore assoluto, totalizzante ed universale venisse prepotentemente sdoganato nel corso di un’ordinaria esibizione.

Ordinarietà che, a sorpresa e con incredulità entusiasmate, si è all’improvviso tramutata in dirompente straordinarietà.

I grandi protagonisti della serata appena trascorsa sono stati i cantanti Mahmood e Blanco i quali, attraverso la magnetica fusione dei rispettivi sguardi e quell’alchimia coinvolgente che scaturisce dalle sonorità degli affascinanti timbri vocali, hanno visibilmente emozionato la platea ed un’ intera equipe di esperti, tanto da essere stati proclamati i “vincitori momentanei” della prima tornata.

I due uomini si sono stretti in un fortissimo abbraccio per mezzo degli occhi, si sono messi a nudo con sincerità e con una semplicità disarmante, hanno cantato con enfasi coinvolgente l’emozione dell’attimo, che altro non è che il riflesso del sentimento eterno.

Hanno insomma narrato, con spontaneità ed assoluta efficacia, la loro verità innanzi al paese Italia.

Il brano che hanno scelto di interpretare ha per titolo “Brividi”, canzone che si focalizza sul desiderio di raccontare quanto sia importante l’atto di dare tutto in amore, troppo, fino quasi a sentirsi sbagliati.

Ma la vera bellezza di tutto questo risiede innegabilmente sull’impossibilità di poter operare un processo di discernimento tra la sfera concernente l’omosessualità ed un legame che unisce due persone etero.

Il contenuto del brano, infatti, non si presta ad interpretazione di sorta.

Il sentimento che viene descritto, nella fattispecie, spalanca ogni possibile deduzione sul valore indiscutibile del grande amore, amore che non ha sesso, che non ha età, che non ha colore, che non ha religione, che non conosce ostacoli né confini.

Un amore autentico ed indissolubile, un amore che coinvolge le anime ancor prima dei sensi, che detronizza ogni forma di ininfluente congettura, lasciando che “sua Maestà” cervello abdichi a favore di ogni parola che il cuore proferisce, di ogni sussulto che sradica la ragionevolezza, di ciascuna attesa intrisa di passione.

La competizione canora è ancora lunga ed impervia, ma le premesse che intervengono favorevolmente, in relazione al brano in questione, lasciano presagire grandi esiti.

Uno spassoso Piero Chiambretti, nel lontano 1997, calcando a sua volta il palco dell’Ariston, lanciò simpaticamente quella che, fa lì a poco, sarebbe diventata una frase molto famosa: “comunque vada sarà un successo”.

Oggi, volendo auspicare traguardi di gloria per questi due giovani coraggiosi e meritevoli, vorrei parafrasare il suddetto mattatore, certa che, comunque vada…saranno “brividi”!

Maria Cristina Adragna

Mahmood e Blanco
Brividi

di A. Mahmoud – R. Fabbriconi – M. Zocca – A. Mahmoud – R. Fabbriconi
Ed. Music Union/Eclectic Music Group/
Universal Music Publishing Ricordi/Milotic/Morning Bell – Milano

Ho sognato di volare con te
Su una bici di diamanti
Mi hai detto sei cambiato,
Non vedo più la luce nei tuoi occhi
La tua paura cos’è?
Un mare dove non tocchi mai
Anche se il sesso non è
La via di fuga dal fondo
Dai non scappare da qui
Non lasciarmi così
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Tu, che mi svegli il mattino
Tu, che sporchi il letto di vino
Tu, che mi mordi la pelle
Con i tuoi occhi da vipera
E tu, sei il contrario di un angelo
E tu, sei come un pugile all’angolo
E tu scappi da qui, mi lasci così.
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Dimmi che non ho ragione
Vivo dentro una prigione
Provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane
Non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un ti amo ho mischiato droghe e lacrime
Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno
Io non lo voglio più addosso
Lo vedi, sono qui,
Su una bici di diamanti, uno fra tanti.
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi…

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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Maria Cristina Adragna
Siciliana, nasco a Palermo e risiedo ad Alcamo. Nel 2002 conseguo la Maturità Classica e nel 2007 mi laureo in Psicologia presso l'Università di Palermo. Lavoro per diverso tempo presso centri per minori a rischio in qualità di componente dell'equipe psicopedagogica e sperimento l'insegnamento presso istituti di formazione per operatori di comunità. Da sempre mi dedico alla scrittura, imprescindibile esigenza di tutta una vita. Nel 2018 pubblico la mia prima raccolta di liriche dal titolo "Aliti inversi" e nel 2019 offro un contributo all'interno del volume "Donna sacra di Sicilia", con una poesia dal titolo "La Baronessa di Carini" e un articolo, scritti interamente in lingua siciliana. Amo anche la recitazione. Mi piace definire la poesia come "summa imprescindibile ed inscindibile di vissuti significativi e di emozioni graffianti, scaturente da un processo di attenta ricerca e di introspezione". Sono Socia di Accademia Edizioni ed Eventi e Blogger di SCREPmagazine.

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