È vero, abbiamo riacquistato la nostra libertà.
Ma siamo davvero liberi?
Nessuno ha dimenticato.
E come potremmo farlo?
Tutti, invece, abbiamo dovuto guardare oltre.
Perchè è proprio vero che, chi si ferma, è perduto… e che se non si è capaci di andare avanti, allora occorre andare oltre…
Eppure ciascuno di noi è rimasto in qualche modo impelagato nelle acque torbide di un male senza volto: perchè abbiamo portato con noi il ricordo amaro, a volte doloroso, tagliente come la lama di un coltello, della prigionia e della privazione degli affetti.
Abbiamo avuto fame di baci, di abbracci, di strette di mano, di complicità e condivisioni.
Ora siamo ritornati alle nostre vite.
Ce lo siamo detti tante volte: tutto andrà bene. Siamo concentrati a cercare di recuperare il tempo perduto.
Diciamo spesso di non aver più paura, ma non è vero.
Il male ci spaventa ancora, come se lo sentissimo nascosto dietro l’angolo, in agguato, pronto a colpirci con le sue diaboliche armi, mentre noi cerchiamo di difenderci, di mantenerci a debita distanza con i mezzi di cui disponiamo.
Non serve più voltarci.
Siamo fatti per lottare.
Stiamo solo esorcizzando la paura nell’unico modo che conosciamo, nell’unica via che siamo chiamati a percorrere: continuare a vivere.
Piera Messinese