Ci siamo illusi che i tempi bui degli ultimi mesi fossero finiti, ma così non è, tanto che all’orizzonte spunta un nuovo pericolo: la famigerata peste bubbonica.
Per molti la peste è ancora un nemico reale, perchè non è sparita nemmeno dopo l’epidemia che colpì l’Europa nel Medioevo.
E a ricordarcelo è un caso di peste bubbonica in Mongolia, che è stato confermato dalle autorità cinesi.
Tornando indietro sappiamo che negli ultimi duemila anni ci furono tre epidemie di peste che uccisero 200 milioni di persone.
La prima colpì intorno al sesto secolo, nell’epoca in cui Giustiniano regnava sull’impero bizantino.
In quel caso, l’epidemia pestifera iniziò sulle coste del Nord Africa, raggiungendo poi l’Europa e anche il Medio Oriente, lungo le rotte commerciali del Mediterraneo.
La seconda colpì l’Europa nel quattordicesimo secolo, decimando un terzo della popolazione e rimanendo nei secoli dormiente in molti Paesi europei, con nuovi focolai che continuarono ad apparire periodicamente.
La terza epidemia arrivò infine alla fine del diciannovesimo secolo, iniziando proprio dalla Cina ed eliminò in pochi decenni, 10 milioni di persone.
Mentre siamo alle prese ancora con l’emergenza Coronavirus a livello mondiale che ha già fatto 13 milioni di contagi, in Mongolia tornano casi di peste bubbonica.
Si ha notizia che un ragazzo di 15 anni sarebbe morto proprio per peste bubbonica.
E decine di persone, che avevano avuto contatti con lui, sono state messe in isolamento per evitare la diffusione del contagio (dai ratti agli uomini specie per mezzo delle pulci).
Il quindicenne avrebbe manifestato febbre molto alta dopo aver mangiato carne di marmotta insieme a due amici. È deceduto tre giorni dopo.
Se non adeguatamente trattata, la peste può essere mortale e, per la sua facilità di trasmissione, può scatenare un’epidemia senza eguali.
La peste può essere trattata con antibiotici, ma la cura deve essere tempestiva, entro 24 ore dalla comparsa dei sintomi, diversamente il rischio di morte è piuttosto elevato.
Questa malattia batterica è diffusa dalle pulci che vivono sui roditori come topi e marmotte e può uccidere in meno di 24 ore.
Marmotte, topi, cani della prateria e altri roditori che finiscono preda dei cacciatori, sono i veicoli attraverso cui la peste continua a mietere vittime nel mondo.
Altri due casi di peste sono stati accertati sempre in quelle zone.
Si è trattato di due fratelli cacciatori.
È scattato il lockdown e la quarantena per i residenti. Per quelle zone non è però una novità avere dei casi di peste. L’ultimo focolaio di un anno fa aveva portato alla chiusura della frontiera. Anche in quel caso il focolaio era legato al consumo di carne di marmotta cruda e provocò la morte di alcune persone.
Nel frattempo le comunità sono state avvisate di non cacciare le marmotte.
Dalla bubbonica può svilupparsi la peste polmonare che causa grave infezione si polmoni con problemi respiratori. L’ultima epidemia di peste bubbonica è stata registrata nel 2009.
Il periodo di incubazione è stimato tra 2 e 12 giorni e i principali sintomi corrispondono a febbre alta, cefalea, senso di stanchezza e debolezza, disturbi del sonno, nausea, vomito, sensibilità alla luce e dolori alle estremità. Si manifesta anche sotto l’aspetto estetico, tramite pustole e necrosi che colpiscono la superficie cutanea dove è avvenuta la puntura della pulce o il morso del roditore.
Nonostante tali manifestazioni somatiche non siano sempre presenti, la malattia si riconosce per l’infiammazione di uno o più linfonodi, a cui segue la formazione di un bubbone.
Cosa dire se non sperare che questo funesto anno passi in fretta?
Si dice che le comete portino guai, in cielo visibile ad occhio nudo da tutto il mondo c’è una cometa spettacolare La domanda sorge spontanea: che guai ci aspettano ancora?
Angela Amendola