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“a tu per tu con…” Giusy Gallo e le sue coffe

“Cosa ti manca della Sicilia?” “U scrusciu du mari” soleva dire Andrea Camilleri per ricordare le vacanze siciliane.

Oggi una donna di classe aggiunge “La coffa” a quel “Cosa ti manca della Sicilia?”  

Infatti, oggi, la coffa, simbolo siciliano al profumo di storia e tradizione, ha varcato i confini marini della Trinacria ed è diventato un accessorio di stile ed eleganza molto ricercato dalle signore che la sfoggiano anche nelle migliori occasioni, e ancor di più da quando i due stilisti DOLCE & GABBANA l’hanno portata sulle passerelle di tutto il mondo.

Ma come nasce la coffa? Lo chiedo a Giusy Gallo, confezionatrice di coffe, nata e residente a Canicattì.

Gallo – La coffa ha le sue origini come cesta che i contadini portavano in campagna piena di cibo o, riempita di paglia e biada, l’appendevano al collo dei cavalli per foraggiarli o la posizionavano sulla schiena dell’asino o cavallo per il trasporto di masserizie. Veniva utilizzata anche come contenitore di semenze o di paglia e legumi come i ceci o le lenticchie che venivano separati dalla paglia con l’aiuto del vento.

Fiore – Un semplice ma utile oggetto rurale che…

Gallo – … piano piano l’amore e la passione di noi siciliani con le giuste modifiche e i sapienti addobbi l’hanno trasformato in borsa tanto da creare degli autentici pezzi, anche unici, ovunque apprezzati anche perché in essi ritroviamo tutta la storia e il passato della nostra Sicilia.  

Fiore – Insomma con il trascorrere del tempo il confezionamento della coffa è diventata un’arte…

Gallo – …diciamo un’arte povera.

Fiore – Un’arte povera che nasce con la raccolta estiva delle giovani e tenere foglie  della palma nana…

Gallo – …già! La palma nana è una pianta tipica e molto abbondante nella vegetazione mediterranea,  chiamata anche troffa di curina o giummara a seconda dei luoghi dove cresce. Ad essiccazione avvenuta delle foglie raccolte parte il confezionamento artigianale della coffa ormai accessorio immancabile nell’abbigliamento femminile…

Fiore – E anche un brand siciliano eccezionale.

Gallo – Hai assolutamente ragione, e soprattutto  delle estati nelle località più chic.

Fiore – E non solo… se è vero com’è vero che la stessa Melania Trump ne fu colpita tanto da indossarla nel suo soggiorno a Taormina in occasione del G8.

Gallo – Non c’è dubbio… anche questa passerella per la nostra coffa fu un vero omaggio alla creatività di noi siciliani.

Fiore – Com’è nata la sua passione per la coffa?

Gallo – Sin da piccola, timida e silenziosa ero attenta a tutto ciò che mi circondava e  mi prestavo ad aiutare mio padre nello svolgere le sue attività artigianali. Ero il suo braccio destro nonostante la mia tenera età. A scuola iniziata, dopo lo studio osservavo mia madre che cuciva… e io cercavo di trarne insegnamento. Ricordo che a undici anni già iniziai a toccare ago e filo… così nasce la mia passione per tutto ciò che comprende ago e filo come ricami a mano e a macchina, punti sfilati, uncinetto, confezione di tende di alto livello, corredo e corredino per neonato e tanto altro.

Fiore – E la passione per la coffa come nasce?

Gallo – Grazie a una persona, che, viste le mie capacità con l’ago e il filo, mi dette l’idea e la spinta a realizzarle. Non mi stancherò mai di ringraziare questa persona per il suggerimento datomi! E nacquero così le mie prime coffe! Oggi concilio passione ed esperienza nel realizzarle cucendole interamente a mano. Infatti mi butto a capofitto tra tessuti, sete, pizzi ed accessori tipici siciliani come le teste di moro, i carretti siciliani e  tanto altro. Neanche la notte fonda mi ferma!

Fiore – Una macchina?

Gallo – Sì, una macchina umana arricchita dalla spontaneità e dalla creatività nell’assemblarle ed abbinare i vari ninnoli ad ognuna di esse.

Fiore – Si tratta di pezzi unici ed esclusivi?

Gallo – Assolutamente sì! Ogni mia coffa ha il suo nome… per esempio Ondina, Rosalia, Mozia, Raffaella, Maiolica Azzurra, Diana in Pizzo Blu, Caterina, Wanda, Aida, Corona di Sant’Agata, Stella, Handaq-attin, che è il nome arabo di Canicattì. Ogni mia coffa contiene e racconta una storia. Aggiungo che alle mie eventuali acquirenti raccomando sempre di trattarle con molta cura e accortezza per dare loro una vita più lunga anche perché la palma nana continua a vivere nella coffa dopo essere stata recisa.

Fiore – La coffa può essere utilizzata come complemento d’arredo?

Gallo – Sì… come potrai evincere dalla foto che la vede in bella mostra su un divano biposto.

Fiore – Le tue coffe fanno bella mostra di sé in qualche atelier di Canicattì?

Gallo – Sì, nell’atelier Montanti Spose caratterizzato dal gusto nell’arredamento e dalla raffinatezza delle proposte per realizzare il sogno di tante ragazze che desiderano trovare l’abito giusto per il giorno più importante della propria vita.

Fiore – Una bella soddisfazione per il tuo percorso fatto di manualità e amore…

Gallo – … che mi ripaga dei tanti sacrifici passati e presenti. Ti dico che sono molto soddisfatta anche quando le vedo indossate con eleganza e gioia al braccio di qualche mia fan…

Fiore – In conclusione possiamo dire che la coffa di Canicattì, la tua coffa, ha contribuito a fare del nome “canicattì” non più un luogo comune, non più un luogo quasi misterioso e inesistente, ma un nome proprio di una florida cittadina, che trovasi nell’entroterra agrigentino di ben trentacinquemila abitanti e oltre, da scrivere in maiuscolo, Canicattì, per l’appunto!

Gallo – E io sono particolarmente orgogliosa anche per questo… così come sono molto contenta per questa tua intervista che, al di là della mia persona, farà ancor di più conoscere Canicattì e la coffa siciliana.

Fiore – Sono io, siamo noi di ScrepMagazine che ringraziamo te per aver rubato qualche minuto ai preparativi per la festa di laurea di tua figlia, neo dottoressa in Mediazione Linguistica. Congratulazioni a te, alla tua famiglia e in particolare a tua figlia.

Gallo – Grazie anche a nome suo e in bocca al lupo per il vostro blog…

“a tu per tu con…” Giusy Gallo e le sue coffe

… da Canicattì … a cura di Vincenzo Fiore

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